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Uno splendido report su un’altrettanto splendido viaggio in Giappone dell’amico Ronald Peschiani!

 

 

VIAGGI & BATTAGLIE

   

 

Pubblichiamo una nuova serie di news, dedicata a chi, fra gli appassionati di storia e boardwargames storico ha avuto la possiblità di visitare celebri siti di battaglie.


 

Iniziamo con un articolo opera di Ronald Peschiani, ormai un amico e frequentatore della A.S.G.S. e della nostra convention annuale, www.sanmarinogame.com. Ronald è un eclettico storico, collezionista di wargame e reenactor napoleonico. Vive a Trieste.

Ronald ha visitato in lungo e in largo il Giappone, qualche mese fà; fra musei e altro, la visita al campo di battaglia di Sekigahara era irrinunciabile! Ho chiesto se era possibile avere un report di quel viaggio e il risultato è quello che potete legger sotto; grazie Ronald!

 

 

Da Wikipedia:

La battaglia di Sekigahara (関ヶ原の戦い Sekigahara no tatakai?), combattuta il 21 ottobre del 1600, fu una battaglia decisiva nella storia del Giappone. Fu il culmine dell’aspro confronto che teneva impegnati i due schieramenti dal luglio precedente. Grazie alla vittoria conseguita, il condottiero Tokugawa Ieyasu si garantì il controllo del paese sconfiggendo il rivale Ishida Mitsunari, che guidava le armate alleate al clan ToyotomiNegli anni successivi Ieyasu avrebbe consolidato il proprio potere arrivando a fondare nel 1603 lo shogunato Tokugawa, l’ultima dittatura militare del Giappone, che avrebbe dominato il paese fino al 1868. La battaglia contribuì in modo determinante alla fine dell’epoca Sengoku, il lungo periodo di guerre civili che insanguinavano il Giappone dal 1478. Con l’istituzione dello shogunato, Ieyasu avrebbe dato il via ad un periodo di pace e di grande stabilità politica.

 

Dipinto del periodo EDO sulla battaglia


 

 

IL VIAGGIO

Fra tutte le mete del turista italiano il Giappone non è una delle maggiormente gettonate.

Un insieme di fattori vanno a definire questo stato di cose.

La distanza! Quasi 10.000 chilometri mediamente percorsi in una dozzina d’ore d’aereo se senza scalo.

La lingua: già normalmente gli italiani sono poco adusi a parlare l’inglese (lingua franca per eccellenza)!

Figurarsi una lingua orientale rappresentata per iscritto da ideogrammi incomprensibili.

Ultimo il costo: è opinione comune che un viaggio quasi agli antipodi costi molto e l’elevata distanza implichi una durata di soggiorno tale da ammortizzarlo con un esponenziale aumento delle spese.

Ragion per cui la terra del Sol Levante, diventa meta o per maturi viaggiatori con ruolini di marcia turistici d’eccellenza, o per soggetti finanziariamente assai benestanti oppure per giovani coppie magari in viaggio di nozze.

Un peccato, perché per un wargamer il Giappone può essere una meta veramente interessante e pregno di spunti notevoli per non dire unici.

 

IL TRAGITTO

Sekiga-hara è una piccola cittadina di 8000 anime nella prefettura di Gifu al centro del Giappone.

Per arrivarci se si è programmato un tour per il Giappone, la cosa migliore è avere base a Kyoto.

Dall’antica capitale del Sol Levante si prende lo Shinkansen (treno proiettile) direzione Tokyo.

Dopo circa 70 chilometri, (mezz’ora scarsa di viaggio) si scende a Maibara.

Qui si prende un treno locale delle JR lines per Ogaki e dopo circa 20 chilometri ( venti minuti circa) si scende a Sekigahara.

Per un costo di circa 2500 yen (poco meno di 25 euro).

 

IL LUOGO

Cittadina tranquilla tipica del Giappone agricolo appare come un agglomerato di case distesa tra risaie e prati contornati da una corona di bassi monti (poco più di colline pronunciate).

Di fronte la stazione troviamo un Visitor Center di poche pretese, dove si possono comunque acquistare souvenir della battaglia e dei samurai in genere.

In genere stazionano anche in attesa di clienti più danarosi e generosi taxi che per mediamente 10000 yen (85 euro circa) fanno compiere un giro turistico dei luoghi salienti della battaglia in un paio d’ore circa.

Considerando che i vari punti d’interesse, a meno che il visitatore non abbia una conoscenza approfondita di tutto la battaglia, sono in genere monumenti che indicano situazioni salienti ovviamente con iscrizioni in giapponese senza traduzione.

E’ consigliato quindi il recarsi direttamente al museo cittadino per una visione complessiva dello scontro con la certezza di avere della documentazione almeno in inglese.

Ragion per cui il wargamer avveduto  scavalcato il ponte che sovrasta la linea ferroviaria a piedi si avvierà verso la sede del Sekigahara Town History & Folklore Museum, che raggiungerà in poco meno di dieci minuti passeggiata alla fine della quale troverà la meta agognata.

 

IL MUSEO

Il museo è tipicamente giapponese. Forse non eccessivamente interattivo come vuole la moda per i musei (soprattutto militari, come Waterloo con cui Sekigahara è gemellata) negli ultimi anni, ma come esposizione di armi, armature, stendardi e mappe e documenti originali è sicuramente completo e non farà rimpiangere il costo del biglietto di 300 yen (tre euro scarsi) spesi per entrarvi.

A ciò aggiungiamo un enorme plastico, tableau vivant animato con luci, che in circa 20 minuti di racconto in buon inglese spiega tutte le fasi della battaglia, illuminando luoghi e situazioni a intermittenza ricreando con buona verosimiglianza il pathos e le situazioni altalenanti di questa battaglia decisiva.

A circa 500 metri nella scuola superiore locale in una sorta di cosplay storico c’è anche la possibilità di calarsi nella parte di uno dei partecipanti.

Una vasta scelta di uniformi da samurai o ashigaru molto ben ricostruite, con armature ed armi pressoché identiche alle originali e ambienti tipici della battaglia come palizzate e trincee permettono soprattutto ai più giovani di sentirsi un combattente e averne un servizio fotografico a ricordo.

 

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IL QUADRO STORICO

Il Giappone della battaglia di Sekigahara vive il periodo del Sengoku-Jidai, ovvero i regni combattenti.

L’arcipelago giapponese era diviso nelle 3 isole principali  (Honshu, Kyushu e Shikoku) in circa 250 feudi grandi e piccoli similarmente all’Europa coeva.

Dal 1467 al 1603 il paese fu totalmente immerso in una spietata guerra civile, in cui i signori feudali più potenti (Daimyo) si combatterono singolarmente o in coalizione per il controllo di vaste porzioni del paese ed in prospettiva dell’intera nazione.

La particolare struttura di governo in cui l’imperatore, figura sostanzialmente religioso-mistica di rappresentanza, cedeva l’amministrazione effettiva ad un governatore militare (Shogun) fu in questo periodo deleteria per le sorti del Giappone, che per più di un secolo dopo la caduta dello shogunato Ashikaga fu impegnato nel riuscire a trovarne un successore abbastanza forte da prendere le redini del potere nel paese.

La battaglia di Sekigahara appunto s’inquadra come l’episodio finale della lotta di potere tra Ishida Mitsunari, signore di Osaka e capo del consiglio dei 5 reggenti (che tutelavano gli interessi dell’erede Toyotomi, figlio del defunto precedente Shogun), a capo della coalizione dell’ovest e Ieyasu Tokugawa , signore del Kwanto, alla guida di quella dell’est.

 

LA BATTAGLIA

La marcia di avvicinamento dell’esercito Tokugawa verso la base avversaria di Osaka e il contemporaneo approssimarsi dell’armata di Ishida al castello di Gifu, posizione ideale per il suo progetto di attacco a Kyoto, furono le condizioni che determinarono lo scontro di Sekigahara, posizione strategicamente importante per il transito dei due eserciti.

Stanchi per la marcia sotto la pioggia incessante che aveva bagnato anche le polveri da sparo dei numerosi archibugieri da cui era costituito l’esercito dell’ovest, i soldati furono disposti da Ishida in una forte posizione difensiva sui monti sovrastanti Sekigahara.

Nel frattempo una robusta avanguardia dell’esercito dell’est, pur senza i contingenti del proprio figlio, furono accampati da Tokugawa nella piana.

La mattina del 20 ottobre, in una giornata nebbiosa sotto una pioggerellina fitta e insistente le avanguardie dei due eserciti si scontrarono.

Inizialmente e per tutta la mattina le truppe di Ishida sembrarono prevalere sull’armata Tokugawa.

 

Mappa della battaglia con il set up iniziale

 

Surclassando pesantemente i Tokugawa in fatto di uomini (110000 contro 75000), le fanterie Ishida lentamente ma inesorabilmente guadagnarono campo verso il centro nevralgico dell’esercito avversario.

Verso il primo pomeriggio però alcuni Daimyo dell’ovest che erano sempre rimasti in trattative con Tokugawa per cambiare alleanza, incentivati da questo con promesse per il dopo battaglia, ruppero gli indugi e passarono al nemico.

Quando poi per affrettarne le decisioni, Tokugawa fece sparare sulle truppe di Kobayakawa Hideaki, uno dei Daimyo più forti dell’armata Ishida determinandone il repentino tradimento e cambio di fazione in battaglia, fu il sostanziale segnale della fine.

L’armata Ishida perse istantaneamente di coesione e attaccata  a seguito le defezioni da tutte le parti, ruppe i ranghi andando in rotta.

Chi non fu massacrato dal nemico tra i Daimyo maggiori degli Ishida, si suicidò sul campo per evitare il disonore della sconfitta.

Circa 50000 samurai giacevano morti sul campo, di cui quasi 40000 dell’armata dell’ovest, le cui teste preparate secondo il cerimoniale sarebbero state il premio immediato per la vittoria di Ieyasu Tokugawa.

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L’ESITO FINALE

Riuscito a fuggire dal campo di Sekigahara, Ishida Mitsunari signore di Osaka e guida del consiglio dei 5 Reggenti venne catturato una settimana dopo la battaglia.

Per ordine di Ieyasu, fu sepolto ad un crocicchio nelle vicinanze del suo ex feudo fino al collo e decapitato lentamente dai passanti con una sega di bambù agonizzando per tre giorni di indicibile supplizio.

Eliminato il suo avversario immediato più potente, Ieyasu Tokugawa in pochi anni coagulò intorno a se il supporto di tutti i Daimyo del Giappone e nel 1603 fu nominato dall’imperatore Shogun per poi nel 1615 con la definitiva caduta di Osaka e l’eliminazione del clan Toyotomi diventare l’assoluto padrone del Giappone e l’instauratore di un regime che si sarebbe identificato nel periodo Edo della storia dell’arcipelago.

Questo sarebbe terminato solo nel 1867 con la restaurazione imperiale Mejii seguita all’arrivo delle navi statunitensi del commodoro Perry, che nel 1855 interruppero i due secoli e mezzo di isolamento assoluto dell’arcipelago e la successiva velocissima industrializzazione del Giappone con la sua entrata a vele spiegate nella modernità.

 

SEKIGAHARA E IL WARGAME (L’UCRONIA E LA RIVINCITA)

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Il wargame ed il boardgame storico possono essere visti oltre che come un ludico divertissement, una modalità intellettuale per esplorare le eventuali opzioni offerte dalla storia e rifiutate dal compirsi ultimo degli eventi.

Con i soldatini nel wargame tradizionale (tridimensionale) basta avvalersi di uno dei tanti regolamenti che permettono di ricreare il periodo (ad esempio quello ultimo della Osprey Publishing) e darsi da fare sbizzarrendosi nel dipingere le policrome armature ed insegne samurai.

Se preferiamo qualcosa di già pronto e di più facilmente fruibile allora, tralasciando la discreta quantità di giochi giapponesi (splendidi per grafica, ma purtroppo perlopiù mancanti di traduzioni) abbiamo un buon numero di titoli adeguati alla necessità.

Addirittura, nonostante il tema apparentemente esotico (vista la distanza temporale e geografica) riusciamo ad avere una divisione in tattico e strategico.

Alla prima appartengono tre ottimi titoli:

Samurai (GMT GAMES)  ricrea a livello tattico la battaglia con un degli scenari inclusi nel gioco; grande l’aspetto del comando e della qualitò delle truppe.

Shogun Triumphant (Command 23) è un gioco datato ma ancora reperibile sul mercato dell’usato, molto divertente e rapido, pone particolare accento sulla volatilità della fedeltà delle fazioni nipponiche al loro signore.

Ultimo un ottimo ibrido tra il bi ed il tridimensionale Samurai Battles (Zvezda) che permette di ricreare la battaglia con miniature su carta in maniera meno dettagliata ma visivamente molto efficace.

Invece se poniamo un accento più organizzativo e con una visione strategicamente più ampia:

Sekigahara (GMT GAMES) è un gioco che permette di agire a livello strategico come un capo di fazione (Tokugawa, Ishida, ecc.) e tentare di diventare Shogun.

Due vecchi giochi sempre però validi e reperibili anche questi sono Shogun/Samurai Swords (MB) e Samurai (Avalon Hill) che permettono entrambi, il secondo con più raffinatezza e accuratezza, di tentare la scalata allo shogunato a livello strategico.

Anche per gli amanti dei giochi per PC esistono alcuni ottimi titoli:

il sempre verde Shogun e Shogun II della Serie Total War che unisce una molteplicità di possibilità strategiche e produttive, ma che anche permette di ricreare la battaglia storica.

Per concludere Kessen nelle varie versioni per consolle assortite che permette di ricreare il magico mondo delle battaglie tra samurai.

 

CONCLUSIONE

Nell’ambito di un viaggio in Giappone da parte di un appassionato di storia e ancor più di un praticante del board wargaming le sensazioni ricavate da una visita a Sekigahara sono un “must” ineludibile.

 Ronald Peschiani, Settembre 2016

 

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