NOTE STORICHE

[…] Quando siamo alla taberna, non ci curiamo più del mondo;

ma al giuoco ci affrettiamo, al quale ogni ora ci accaniamo.

(…)

Tra coloro che attendono al giuoco, c’è chi viene denudato,

chi al contrario si riveste chi di sacchi si ricopre.

Qui nessuno teme la morte, ma per Bacco gettano la sorte. […]

Anonimo, XIII secolo

Un pò di storia…

Si può tracciare una sorta di arco temporale del fenomeno definito Baratteria: 1200 (antica, spontanea) – 1400 (moderna, bisca voluta dalle Istituzioni).

Nel periodo che và fra il 1200 e il 1300, in varie città italiane (Firenze, Pisa, Siena, Bologna, Piacenza, Venezia, ecc.) si afferma sempre di più l’istituto della Baratteria. Dapprima bisca clandestina, venne gradualmente tollerata e poi permessa dai Comuni, che richiedevano una gabella (tassa) per aprire tali sale da gioco d’azzardo. La Baratteria venne anche regolamentata negli Statuti Comunali, per limitare la visione di Barattieri (o ribaldi, marochi, gaglioffi) che nelle piazze, sotto i portici o sdraiati sulle stuoie erano a lanciar dadi e bestemmiare per le perdite di denaro!

I Barattieri erano quindi protetti nell’esercizio del loro mestiere e, spesso, organizzati a corporazione. Essi avevano solitamente un capo, il Potestà della Baratteria (Potestas Barateria), che teneva i contatti con gli amministratori del Comune. Oltre a gestire il loro spazio dedicato al gioco d’azzardo, i Barattieri avevano anche altri compiti, che svolgevano per i potenti del luogo: messaggeri, spie, fustigazione dei condannati, riscossione delle tasse. Spesso erano parte dell’esercito e in certe occasioni potevano esporre il loro gonfalone, il quale era bianco, coi Barattieri dipinti, in gualdana e giucando; tale gonfalone era issato in piazza, accanto alle loro tende o alla Baratteria.

Una descrizione di un tipico barattiere: ……che aveva i capelli crespi e rabbuffati con pochi denari in una mano, cioè nella manca, e nella ritta aveva 3 soldi, et al capestro che teneva per cintola aveva un bossolo da portare lettere pieno……..

Jacopo da Cassole, Trattato sugli Scacchi

La nostra rievocazione

Nota Bene:

La pubblicazione e il discreto successo del libro “Giocare nel Medioevo”, (in fase di ristampa l’edizione aggiornata!!!), ha dato la possibilità a diversi altri “figuranti” di costruire e quindi presentare nelle piazze italiane l’attività ed i giochi che il nostro gruppo espone e propone da anni.

Era prevedibile, ma vorremmo ribadire che “I Barattieri” sono …… unici!

Il gruppo aggiorna continuamente le proprie conoscenze sul fenomeno della Baratteria, grazie allo studio di testi recenti e/o ristampe di anitchi testi del 1250.

Plagio, nel diritto d’autore: appropriazione della paternità di un’opera dell’ingegno altrui.

L’ambientazione ottimale de I Barattieri è nei pressi di Taverne o all’interno delle stesse, oppure in spazi che ricreino attività di vita sociale come… la Baratteria!
All’epoca, infatti, la Taverna offriva agli avventori cibo, bevande, gioco e donne di facili costumi, mentre la Baratteria era la bisca legalizzata!

I Barattieri giocano fra di loro e/o coinvolgono i visitatori delle manifestazioni. Sono a conoscenza della storia e delle origini dei giochi stessi, che possono esporre e raccontare ai curiosi, agli interessati e agli appassionati. Disponibili anche per conferenze sui giochi antichi, il fenomeno della Baratteria, lo studio del libro di Alfonso X il Saggio.

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