Descrizione
Il volume propone la prima traduzione in lingua italiana, con ampia introduzione e ricco commento, di uno scritto cristiano in passato attribuito a san Cipriano, vescovo di Cartagine, ma oggi ritenuto opera di un ignoto vescovo operante verosimilmente a cavallo tra III e IV secolo. In questa catechesi (l’insegnamento a voce dei principi della religione cristiana) rivolta ai fedeli, l’autore mette in evidenza la connotazione idolatrica e le gravi implicazioni morali connesse al gioco dei dadi. Per argomento lingua e stile, lo scritto costituisce qualcosa di unico nella letteratura cristiana dei primi secoli, e dunque rappresenta una testimonianza di straordinario interesse per conoscere sia il gioco d’azzardo nel mondo tardoantico sia la posizione della Chiesa in merito ad esso. Tale pratica doveva all’epoca essere piuttosto diffusa, se il concilio di Elvira, all’inizio del IV secolo, prendeva provvedimenti contro i cristiani che giocavano ai dadi per denaro, allontanandoli dalla comunione finché non si fosse completamente estirpato il loro vizio.
A cura di CHIARA NUCCI, laureata in lettere classiche presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Perugia, è docente di latino e greco al Liceo classico. Il lavoro sul De aleatoribus costituisce uno sviluppo della sua tesi di laurea, discussa in filologia patristica.
Acquistato per caso ad un mercatino, credo sia interessante evidenziare questo studio riferito al gioco dei dadi durante il III – IV secolo. Il periodo è lontano da quello che il nostro gruppo ricrea (Baratteria del 1200-1300) e ne sono rimasto sorpreso, specie per il carattere molto, molto simile dei divieti che la Chiesa suggeriva anche nel medioevo. Stesse le condanne sul gioco d’azzardo (considerato all’origine di bestemmia, litigi, divisioni) e quindi considerarlo peccato, (spinge l’uomo a tentare la sorte e sperperare il denaro).
Terribile il “capitolo 6” della catechesi, dove viene definita la tavola di gioco come uno strumento del diavolo atto a catturare chi ci si perde; i dadi sono il laccio maligno e la trappola del nemico….!!!
In definitiva, un testo interessante per gli appassionati, ma da prendere con una collocazione precisa; noi ci divertiamo a presentare sia i dadi che i vari tavolieri; e siamo convinti di non essere ambasciatori del maligno!!! :))))