Associazione

Sammarinese

Giochi Storici

Gennaio 2025: Caporetto 1917

Gen 1, 2025

PROVA SUL CAMPO

Prova sul campo rappresenta “la voce” dei soci A.S.G.S. in merito a vecchie e nuove simulazioni che il mercato dei board-wargames offre. Una serie di pagine dove poter trovare piccole recensioni e/o resoconti di partite sui board-wargames che vengono giocati dal gruppo. Siamo sempre alla ricerca anche di collaboratori; se volete inviare articoli su giochi che amate e conoscete, contattate l’Amministratore. A partire dal gennaio 2018 si pubblicheranno 2 tipi di recensione sul Mensile: PLAYTEST EFFETTIVO e POTENZIALE DINAMICO.

Il PE è una recensione basata su partite giocate; sarà quindi approfondita e potrà avvalersi di valutazioni anche da parte di altri giocatori/collaboratori.

Il PD è una recensione basata sulla “percezione del potenziale dinamico” del gioco. Piazzamento di mappe e pedine, verifica dell’ambientazione e ricostruzione storica, lettura delle regole; in pratica si “legge il gioco” invece che giocarlo. E’ l’approccio tipico del collezionista di board-wargame…

PLAYTEST EFFETTIVO

Da Wikipedia:

La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell’Isonzo (in tedesco Schlacht von Karfreit, o zwölfte Isonzoschlacht), conosciuta in Italia e all’estero anche come “rotta”[1] o “disfatta di Caporetto”[2][3][4][5], fu uno scontro combattuto sul fronte italiano della prima guerra mondiale, tra le forze congiunte degli eserciti austro-ungarico e tedesco, contro il Regio Esercito italiano. L’attacco, cominciato alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917 contro le linee della 2ª Armata italiana sulla linea tra Tolmino e Caporetto (Kobarid), portò alla più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano[6], al collasso di interi corpi d’armata e al ripiegamento dell’intero esercito italiano fino al fiume Piave[1]. La rotta produsse quasi 300 000 prigionieri e 350 000 sbandati, tanto che ancora oggi il termine “Caporetto” è entrato nell’uso comune della lingua italiana per indicare una pesante sconfitta, una disfatta, una capitolazione[7].

Continua……….


Caporetto 1017

Dal sito ES: The Great War Vol.III Caporetto 1917

After Strafexpedition 1916, and Gorizia 1916, the third chapter is added to the Great War series: Caporetto 1917. Caporetto 1917 proposes the rules of the system in their updated version, to recreate, at battalion and company level, the most famous, tragic and controversial event of the Great War on the Italian Front.

Di Andrea Brusati, pubblicato dalla ES, https://italianwars.net/NewSite/index.html

La scatola

Dimensioni standard per la ES, con bellissime immagini su fronte e retro della stessa.

Mappe

Due le mappe, di dimensioni standard, che unite offrono un vero spettacolo di raffigurazione 2D del campo di battaglia; assolutamente UNO STATO DELL’ARTE nel settore. Esagoni grandi, che permettono di “leggere” bene il terreno, anche con Stack notevoli; vari i tipi di terreno, ma chiarissimi e il tutto a colori pastello molto belli; strade, fiumi (l’Isonzo il principale, chiaramente), rilievi collinari e montagnosi, città e paesi di varia dimensione offrono veramente un dipinto perfetto delle zone storiche interessate. Complimenti ai ricercatori e al grafico!

Presente anche una zappetta (A4) della zona intorno a Tolmino, atta a posizionare “fuori mappa” eventuali stack molto densi.

Pedine, marker

Quattro I set di pedine: tre con le varie unità degli eserciti contrapposti, uno per vari marker. La grafica e il tipo di valori sulle stesse rispecchiano quelli già pubblicati nei due precedenti titoli della serie: simboli NATO, valori chiari. Ottime.

Tabelle

Otto le tabelle, di cui due dedicate a terreni e combattimenti (Assalto – Bombardamento). La tabella dei terreni è molto chiara, con varie note esplicative. Oltre a queste possiamo inserire anche tutta una serie di fogli A4 che presentano tutte le informazioni per i set up dei vari scenari; in questo caso avrei preferito tabelle con immagini grafiche del set up, ma credo che la soluzione adottata sia dovuta ai costi di stampa.

Dadi, 2 d6

Regolamento

28 le pagine del libretto che presenta regole, scenari (4), Note storiche, Note del disegnatore, Bibliografia (vastissima), e una sequenza di gioco abbreviata. Il testo è in inglese, come gran parte delle tabelle (alcune F/R anche in italiano); devo dire che la scelta di non pubblicare in italiano, da parte di un’azienda nazionale, mi lascia un pò perplesso, ma credo siano unicamente problemi di costi ulteriori. Le regole sono la versione aggiornata di quelle già apparse nei titoli precedenti, con aggiunta di alcune sfaccettature dovute dalla situazione (Caporetto) specifica. Direi chiare, ben strutturate. Molto interessante la regola per lo scenario storico, il n. 1, che stabilisce una netta distinzione di settori per entrambi i giocatori. Concetto poi spiegato nelle note dell’autore, pag. 26, colonna destra, terzo comma! A questo proposito, vedi sotto, Impressioni di gioco”.

Altra nota sulla bibliografia presentata; vastissima, interessante anche per avere una collezione aggiornata di libri sull’argomento. Fra i vari titoli in italiano segnalo Caporetto di Barbero, Storia della WWI di Pieropan, vari testi di Gaspari ed infine i lavori degli amici Acerbi e Massignani.

Credits; infine, permettetemi “una nota di colore e orgoglio”: leggendo i vari nomi dei giocatori che hanno svolto i playtest, vorrei evidenziare che molti di loro, insieme ad Andrea, hanno giocato Caporetto durante almeno 3 delle nostre SMGC! Un saluto a tutti e mi sento molto soddisfatto di aver contribuito offrendo una location idonea a tali test!

Impressioni di gioco

Vediamo innanzitutto la Sequenza di gioco, molto articolata (13 Fasi):

  • Fase dei rinforzi; semplice, come da scenario.
  • Fase di Comando; molto importante già da qui si può apprezzare come il gioco sia asimmetrico. Il giocatore AHU può attivare TUTTE le sue formazioni, ogni turno, mentre il giocatore IT deve spendere 1 punto logistica per ogni formazione oltre ad altro PL per almeno 5 artiglierie. Lo scenario storico prevede 20 PL + 2 PL ogni turno, quindi molto presto il giocatore IT si troverà in difficoltà nelle attivazioni.
  • Fase Iniziativa; il giocatore AHU ha sempre l’iniziativa.
  • Fase del tempo; da tabella
  • Fase del Genio; si gestiscono le trincee
  • Fase delle artiglierie; entrambi i giocatori possono piazzare le artiglierie in modalità Move o Fire oltre a condurre fuoco di interdizione (colpi in un esagono che possono causare danno a unità che muovono nello stesso). Poi, e solo il giocatore AHG, può eseguire bombardamento preparatorio e attacchi con gas.
  • Fase del giocatore AHGMovimento tattico, Bombardamento, Fuoco difensivo, Risoluzione degli assalti, Contro assalto, Contro assalto fuoco difensivo, Contro assalto risoluzione, Azione completata, Reazione dell’avversario. Questa Fase, e quella che segue, sono il cuore del gioco. Unità che eseguono movimento tattico ed entrano in ZOC nemica possono dichiarare “Assalto”; seguono i bombardamenti, se possibili; poi il giocatore in difesa può effettuare fuoco difensivo (con le unità che hanno valori di mitragliatrice e sono sotto attacco o adiacenti all’est attaccato); si risolve l’assalto (vari calcoli da seguire, per rapporto di forze, modificatori terreno, morale, ecc.). Dopo la risoluzione dell’assalto si può svolgere l’importante fase di contro-assalto da parte del difensore; in pratica unità entro due esagoni da quello assaltato, di qualunque formazione, possono attaccare le iniziali unità attaccanti. Si eseguono gli stessi calcoli dell’assalto principale e si risolve.
  • Fase del giocatore IT, come sopra per AHG.
  • Fase movimento delle artiglierie; entrambi i giocatori possono muovere le proprie artiglierie, se in modalità Move, anche con movimento strategico.
  • Fase delle unità NON attivate; entrambi i giocatori possono muovere le proprie UNITA’ NON ATTIVATE, anche con movimento strategico.
  • Fase rifornimento; i giocatori controllano le proprie linee di rifornimento e lo status delle varie unità.
  • Fase Recupero; ora è possibile recuperare livelli di disorganizzazione per unità che non sono Ion ZOC, fuori comando, in rifornimento e che non hanno eseguito movimento strategico.
  • Fase controllo Vittoria
Sono riuscito a giocare, in solitario lo scenario n. 3 – “On to Cividale”. Scenario piccolo, che permette di piazzare una sola mappa e con poche unità in gioco; in pratica l’atto finale della già chiara ritirata italiana verso le Alpi Giulie ed i Tagliamento.
Una prima nota riguarda i terreni; ho detto sopra che le mappe sono chiarissime ma poi, nel giocare e con molte unità coinvolte in movimenti e combattimenti, ti rendi conto che, a volte, non è sempre chiaro quale terreno “stai calpestando”. L’ imbarazzo nel muovere, pagando il giusto tipo di terreno o meno, viene risolto con la regola 10.0.8, che  risulta chiarissima, ma non sempre il terreno dell’esa si vede bene e devi spostare tutto lo Stack!
Una seconda nota riguarda l’attivazione di una singola Formazione/Brigata che il giocatore può eseguire. Ho già espresso il mio pensiero a proposito del titolo precedente , Gorizia, vedi articolo del 2017 (!!1) https://asgs.sm/gorizia/ . Un breve estratto:
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Gorizia 1916, come già Strafexpedition, è una vera, classica simulazione storica e di conseguenza rivolta ad appassionati. Il regolamento non è assolutamente difficile, ma il numero elevato di unità in mappa, specie per lo scenario campagna, i vari tipi di terreno, l’integrazione fra i giocatori, le varie fasi  e sottofasi obbligano i giocatori a lunghe ore di gioco e concentrazione! Una manna per i vecchi “grognards”, in ogni caso! Ho giocato lo scenario “Drive on Pasubio” di Strafexpedition e quello campagna di Gorizia, perlomeno i primi tre turni con l’amico Giuseppe. In merito al Pasubio le scelte del giocatore austro-ungarico sono veramente poche, se non cercare di resistere……..; per il campagna di Gorizia ci aspettavamo più scelte per entrambi i giocatori ma la situazione appare subito la stessa: una fazione in attacco potente e con logistica adeguata contro un difensore più debole e poco rifornito! Anche in questo caso la ricostruzione storica da parte dell’autore sarà di certo perfetta ma la situazione risulta chiaramente sbilanciata; l’austro-ungarico dovrà cercare di resistere meglio di quello che avvenne storicamente…….., con notevoli difficoltà! …………………………………………….Ad ogni modo le nuove regole che Brusati ha inserito in questo titolo modificano parecchio i risultati di combattimento e quindi le tattiche e la possibilità che il difensore, l’austro-ungarico, resista a lungo. Mi riferisco agli spostamenti massimi di tre colonne nei bombardamenti e negli assalti; questo limite limita, appunto, risultati devastanti specie sulle sparute forze che si possono opporre all’armata italiana. Una simulazione di pregio che penso si potrà vedere spesso sui tavoli da gioco; complimenti all’autore e ad ES!

Avevo anche chiesto all’autore Andrea B. il perchè di tale regola/sistema e ottenuta la seguente risposta:

GC: Ho letto con interesse la nuova regola 8.7, _Avvicendamento delle Brigate_ e la ritengo molto interessante. Anticipo la domanda con tale affermazione perchè in merito all’attivazione delle singole Brigate avrei qualche dubbio:

–  Capisco la volontà di creare interazione fra I giocatori nel sistema, ma storicamente È CORRETTO POTER GESTIRE UNA SOLA BRIGATA ALLA VOLTA?

–  In realtà, poi, anche l’interazione viene a mancare quasi sempre perché il giocatore che ha risorse a sufficienza (PL…) quasi mai passerà la mano prima di finire le proprie attivazioni, quindi si avrà una sequenza classica (io gioco, tu giochi) suddivisa in micro attivazioni più qualche sporadica “Reazione Avversaria”. NON ERA PIÙ ESATTO E VELOCE PENSARE DI ATTIVARE UN’INTERA DIVISIONE? Tale possibilità si “sposerebbe” bene anche con la nuova regola 13.1.4, io credo (la regola permette ora di effettuare un assalto con due unità e, se non riuscisse, effettuarlo di nuovo, verso lo stesso esagono, con altre due unità!). Basterebbe mantenere la spesa di PL per Brigata, ma con l’obbligo/possibilità del giocatore di attivare TUTTA la Divisione. Anche per gli attacchi ci sarebbero dei vantaggi “storici”, cioè la possibilità di eseguire attacchi ad uno stesso esagono con unità di Brigate diverse ma stessa Divisione (con la nuova regola 13.1.4 ancora più efficace!)

AB:  In quel periodo, e sul Fronte Italiano, a livello operativo la Brigata era l’unità di manovra, sia per gli Italiani che per gli Austroungarici. Inoltre, fino alla riorganizzazione di Diaz, dopo Caporetto e la Battaglia d’Arresto, le Divisioni Italiane erano dei “contenitori” di Brigate, che venivano avvicendate al loro interno dopo essersi dissanguate. Questo era fatto anche per concentrare la disponibilità dell’artiglieria (rif. “Un Esercito Forgiato nelle Trincee”, Cappellano-Di Martino). Per quanto riguarda l’interazione, dipende molto dal giocatore in difesa. Una reazione riuscita può salvare una situazione, o compromettere una posizione sbilanciata dell’attaccante. Certo che bisogna mettere in preventivo di attivare le proprie riserve durante la Fase di Comando, per averle disponibili per questo. Per quanto riguarda la possibilità di fare attacchi successivi contro lo stesso esagono, niente impedisce di portarli con Brigate diverse (tranne forse lo stacking negli esagoni adiacenti), semplicemente lo faranno in Attivazioni successive. Il sistema di Gorizia 1916 e Strafexpedition nasce per lasciare ai giocatori l’esperienza di trovare la tattica di gioco più efficacie. Se la tattica che risulterà più “conveniente” al giocatore si avvicinerà al modo di combattere del tempo, vuol dire che ci sarà riuscito.

Nel caso di Caporetto siamo di fronte ad una chiara preponderanza AHG verso una controparte italiana che poco potrà fare! E aggiungo che i miei precedenti dubbi, non a livello di ricerca storica, ma in merito alla giocabilità rimanevano gli stessi riferiti alle singole attivazioni: il gioco in generale diventa in questo modo molto, molto lungo e molto frustrante per la fazione che ha (in questo caso l’italiano) pochi punti logistici con cui poter attivare le proprie forze.
Ma l’autore ha fatto tesoro, credo, delle mie precedenti osservazioni e ora, con la regola 7.10 è possibile attivare TUTTE  le Brigate appartenenti ad una Divisione, accelerando molto i tempi di esecuzione!  
ES: Nello scenario provato, Cividale, con tale regola ora è possibile attivare, ammesso di aver speso i necessari punti attivazione per ogni Brigata, tutte le Formazioni appartenenti alla IV Divisione Italiana, in questo caso le quattro Brigate!
Spero che il sistema abbia, con tale modifica, ancora più successo fra gli appassionati.
Un sistema di gioco, quello di Caporetto & C.,  che necessita in ogni caso della conoscenza approfondita del periodo per poter apprezzare le ottime regole e respingere la frustrazione di chi, in difesa, dovrà stringere i denti!
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MI RISERVO DI INTEGRARE L’ARTICOLO APPENA SARA’ POSSIBILE GIOCARE CON AVVERSARI LO SCENARIO CAMPAGNA; CREDO SARA’ TUTTA ALTRA STORIA………..
Infine una nota sulla dedica che troverete in fondo alla pagina 28 del Regolamento:
L’autore riporta il testo del bollettino del 28 ottobre 1917 del Generale Cadorna, con il quale veniva attribuita la sconfitta alla codardia dell’esercito italiano. La simulazione, al contrario, è dedicata a quei soldati che morirono in battaglia o prigionieri con la speranza che ricreandola possano evidenziarsi le vere colpe. Direi un tributo di grande spessore!

 


Caporetto è il terzo titolo di una serie, oramai, che vede ad oggi tre pubblicazioni; sono, le immagini delle prime due scatole.
      

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LIBRO DEL MESE

 

1- Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All’alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all’assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l’esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare?

Da cent’anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l’esercito italiano si rivelò all’improvviso così fragile? L’Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell’esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti – contadini o operai – che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell’iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto così tutti i problemi.
In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.

 

2- Erwin Rommel, la “Volpe del Deserto” della Seconda guerra mondiale, comincia la sua ascesa ai vertici militari tedeschi già durante la Grande Guerra. In queste pagine, egli stesso ripercorre la sua partecipazione alla battaglia di Caporetto come tenente: “In questo libro non si spiega la catastrofe di Caporetto: innanzi tutto perché, per chi lo ha scritto, non si è trattato di una catastrofe, bensì di un successo, e poi perché a Rommel non interessavano le spiegazioni strategiche né la filosofia della guerra, come a uno storico o a un polemologo. Quel che, evidentemente, spinse Rommel a scrivere questo libro fu il desiderio di mantenere vivo il ricordo di una grande impresa: cristallizzarlo e, soprattutto, renderlo esemplare, farne uno strumento di emulazione e di apprendimento. Non bisogna mai dimenticare che, nel 1937, anno in cui vide la luce la prima edizione di “Fanteria all’attacco”, Rommel insegnava alla scuola di guerra di Potsdam: la cattedrale del prussianesimo. Egli era una sorta di leggenda per i giovani ufficiali: a sua volta il più giovane premiato ‘Pour le Mèrite’ della fanteria tedesca nella Grande Guerra. Va da sé che il suo libro fosse visto come una sorta di vangelo laico per i futuri eroi della Germania. In più Rommel non scrisse “Fanteria all’attacco” da reduce, visto che la sua carriera militare era tutt’altro che conclusa e, anzi, stava per decollare clamorosamente: il libro non si colloca nella memorialistica reducistica, quanto piuttosto nella letteratura didattico-storica. È una sorta di “Baedeker” per le nuove generazioni di ufficiali: una specie di guida pratica alla conduzione di un reparto di fanteria”.

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