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La guerra del Peloponneso |
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La guerra del Peloponneso by Mark Herman!
PROVA SUL CAMPO
Prova sul campo rappresenta “la voce” dei soci A.S.G.S. in merito a vecchie e nuove simulazioni che il mercato dei board-wargames offre. Una serie di pagine dove poter trovare piccole recensioni e/o resoconti di partite sui board-wargames che vengono giocati dal gruppo. Siamo sempre alla ricerca anche di collaboratori; se volete inviare articoli su giochi che amate e conoscete, contattate l’Amministratore.
Un interessante sito con recensioni: http://www.armchairgeneral.com/category/boardgame-reviews
Da Wikipedia:
Pericle, figlio di Santippo del demo di Colargo (in greco antico: Περικλῆς, Periklēs, “circondato dalla gloria”; Colargo, 495 a.C. circa – Atene, 429 a.C.), è stato un politico, oratore e militare ateniese attivo durante il periodo d’oro della città, tra le Guerre persiane e la Guerra del Peloponneso (431 a.C. – 404 a.C.).
Discendente da parte di madre dalla potente e influente famiglia degli Alcmeonidi, Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che Tucidide, storico suo contemporaneo, lo acclamò come “primo cittadino di Atene”. Pericle fece della Lega delio-attica un impero comandato da Atene che esercitava la sua egemonia sulle altre città alleate, e guidò i suoi concittadini durante i primi due anni della Guerra del Peloponneso.
Pericle favorì lo sviluppo delle arti e della letteratura e questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell’Antica Grecia. Promosse, allo scopo di dare lavoro a migliaia di artigiani e cittadini, un ambizioso progetto edilizio che portò alla costruzione di molte opere sull’Acropoli (incluso il Partenone), abbellì la città, esibì la sua gloria.[2] Inoltre, Pericle sostenne la democrazia (nell’accezione aristotelica) a tal punto che i critici contemporanei lo definiscono un populista, soprattutto a seguito dell’introduzione di un salario per coloro che ricoprivano gli incarichi politici e ai rematori della flotta.
Pericles
GMT Games
IntroduzioneAtteso da tempo, il secondo titolo di quella che sembra destinata a divenire un’ennesima serie creata da Mark Herman, Pericles non deluderà gli appassionati di Churchill! Pericle è per quattro giocatori e copre il periodo dal 460 aC fino al 400 aC. I giocatori rappresentano ciascuno una delle due fazioni ateniesi o spartane. Il gioco ha una fase politica e una fase di guerra. La città Stato (Atene o Sparta) che ottiene il maggior numero di onori vince la guerra e la fazione sul lato vincente con più onori vince il gioco. Ci sono più di venti scenari che coprono porzioni della guerra con tempi di gioco da 30 minuti, 45 minuti (6 anni della guerra), 90 minuti (una decade di guerra) e poi ci sono i tre scenari lunghi che coprono la prima guerra del Peloponneso, la seconda guerra del Peloponneso e la campagna. Ci sono regole per 3 giocatori, 2 giocatori e solitari.
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Componenti
Scatola Di grandi dimensioni, stile COIN games……, molto bella, con immagini relative al periodo greco. Il retro e’ come sempre zeppo di informazioni rlative al gioco, ai componenti, alle caratteristiche di gioco ed abilità in solitario, ECC.
Mappa Bella? Di più, perlomeno per il tipo di simulazione che Pericles vuole essere. Come già quella di Churchill, è divisa in due parti: quella dedicata alle assemblee, a sua volta suddivisa nelle città di Sparta ed Atene, e quella che comprende la mappa raffigurante il teatro di guerra del Peloponneso. Le città e/o zone più importanti della guerra più famosa dell’antichità sono raffigurate sullo sfondo di una mappa geografica della Grecia, in numero di 20 città/stato; numero non a caso, dato che alcune fasi del gioco prevedono la casualità legata appounto ad un tiro D20. Le 20 zone sono collegate da quattro diversi tipi di linee che regolano la possibilità dei movimenti alle unità terrestri e navali.
Pedine/Counters Uno solo il set di pedine, molto belle e chiare. I giocatori che hanno amato Churchill riconosceranno facilmente gli “issue”, oltre ai vari markers per le numerose azioni possibili. Numerosi i cubetti in legno, che raffigurano armate, flotte navali, strateghi, basi.
Tabelle Sei le tabelle di gioco, fra cui quattro specifiche per i giocatori e le rimanenti necessarie al gioco in solitario; bellissime, complete, colorate. Mi ha colpito, in particolare, la tabella dedicata ai combattimenti, molto chiara ed esaustiva per la soluzione delle battaglie.
Regolamento Il libretto del regolamento è di 24 pagine, coloratissime, molto chiare e piene di esempi di gioco.
Playbook Ben 44 le pagine del playbook, ed in questo caso la prima cosa che stupisce è il numero degli scenari presenti, ben 13, fra cui i primi 10 definiti come “di addestramento”! I più interessanti saranno gli ultimi tre, in particolare quello “Campagna”. Infine tutta una serie di regole speciali permettono anche il gioco in solitario, anche se a mio parere la complessità, perlomeno intesa come meccanismi “bot”, aumenta notevolmente. L’esempio di gioco è ottimo, con ben 13 pagine fitte di esempi e commenti a cui seguono alcune pagine dedicate ai personaggi storici di rilievo. Ottima ed interessante la “Guida strategica” che accompagna i giocatori nelle regole e negli scenar; infine le note del disegnatore, sempre interessanti specie se scritte da un autore come Mark Herman. Anzi, a mio modo di vedere questa parte del playbook è una delle piu importanti perchè permette di capire il principio del progetto di Herman e sopratutto cosa c’è dietro ogni azione permessa dal regolamento di gioco!!
Dadi 1D6 e 1D20 |
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Il sistema di gioco
Credo sia naturale un confronto con il titolo precedente che dovrebbe essere il primo di una serie, Churchill. Dico dovrebbe, perché Pericles presenta varie differenze e alcune anche notevoli. Prima di tutto il numero dei giocatori ma soprattutto ciò che essi rappresentano; in Churchill ci sono 3 giocatori (numero massimo, anche se il gioco è possibile con i “bot” in 1 o 2), che rappresentano i leader dei paesi Alleati (USA, Inghilterra e Russia) che hanno tutti un unico scopo: sconfiggere i nemici dell’Asse (Germani, Italia, Giappone) gestiti dal sistema di gioco. In pratica l’Asse subisce le azioni degli Alleati; migliore è la performance di ciascun alleato, maggiore sarà la possibilità di vittoria. In Pericles i possibili 4 giocatori raffigurano invece le due fazioni avversarie, Sparta e Atene, ognuna con due rispettivi gruppi (Agiad e Eurypontid per Sparta; Demagogue e Aristocrats per Atene). Ma la differenza sostanziale è che i due gruppi di ogni fazione interagiscono solo fra di loro, perlomeno nella fase delle assemblee; in pratica le scelte dei due gruppi ateniesi nell’assemblea di ogni turno non sarà influenzata dagli spartani e viceversa. Tale situazione si evidenzia nella fase che è il cuore del gioco, cioè il dibattito in ASSEMBLEA; infatti non si tengono discussioni fra Ateniesi e Spartani ma fra ateniesi e ateniesi, spartani e spartani. Le carte stesse, utilizzate nel dibattito, hanno colori diversi per ogni giocatore di una fazione. Personalmente mi è sembrata una strana questione, ma raffigura molto bene la realtà storica! In pratica le scelte fatte in assemblea, specie quelle legate al gruppo più influente, avranno influenza sull’andamento generale della guerra, quindi sulla parte avversaria. In Pericles il sistema, originato da Churchill, viene utilizzato per scelte interne e di gestione della guerra per poi essere utilizzato contro la fazione avversaria e non contro il sistema di gioco! Nella parte del Playbook dedicato alla strategia, Herman spiega anche in altra maniera il concetto del gioco: la parte militare del sistema vede “noi contro loro”, inteso come ateniesi contro spartani, mentre la fase politica vede una situazione “io contro te”, intesa nella disputa fra due giocatori della stessa fazione. L’autore spiega che in questo periodo storico “i voltafaccia” erano frequenti, quindi le regole del sistema cercano di simulare quanto storicamente avvenne………..!! Chiaramente la fase dell’assemblea, durante la quale vengono assegnati i famosi issue, cioè gli argomenti da discutere, assume un carattere completamente diverso; l’autore consiglia di eseguirla in contemporanea…………….., oppure, in accordo fra i giocatori, in sequenza. Tutto da provare, almeno con 2/3 partite svolte, quindi non sò dare un giudizio. L’Assemblea si svolge in modo diverso da Churchill dato che le carte giocate, dai giocatori della stessa fazione, sono nascoste e simultanee! I risultati, quindi, molto meno“matematici” e la tensione rimane sempre alta. Allo stesso modo gli issues (argomenti…) hanno più di un’opzione per la quale possono essere usati, quindi è richiesta una maggior attenzione sulla situazione in mappa! Altra grande differenza rispetto a Churchill, l’uso degli Strategos; molte azioni del gioco presuppongono la “spesa” di tali tokens, anche in misura di 4 ad azione, quindi la loro gestione è fondamentale per lo sviluppo del gioco.
Come già in Churchill l’aggiudicarsi dei vari issue viene determinato da una serie di carte che rappresentano la “mano” disponibile ad ogni turno. Ogni carta è suddivisa in due parti, a seconda che venga utilizzata da un gruppo o dall’altro della fazione e quindi con possibili diversi modificatori. Ogni carta prevede poi un bonus riferito a qualche specifico issue e anche un guadagno di strategos. Gli Strategos sono molto importanti perché vanno a comporre una “scorta”, fra l’altro nascosta agli altri giocatori, che potrà/dovrà essere utilizzata dai giocatori per eseguire a loro volta specifici issue. Es: la diplomazia necessita della spesa di n. 3 strategos. Gli “issue” sono 11 ed alcuni anche specifici per una delle due fazioni, suddivisi in: – 4 issue che saranno eseguiti nella “fase di teatro”, cioè direttamente sulla mappa strategica del Peloponneso, quali League, Diplomatic, Military e Oracle; – 3 issue comuni, quali Games, Ostracism e War/Peace; – 4 issue relativi ad una delle fazioni, quali Agoge e Krypteia per gli Spartani, Citizenship e Colony per gli ateniesi. Il gioco “militare” si svolge sulla zona di mappa definita “Teatro”. Qui, le 20 città Stato sono connesse da vari tipi di collegamento (mare o terrestre) che obbligano all’utilizzo di unità terrestri e/o navali. Gli Issues vengono piazzate nelle varie città, quindi si risolvono una alla volta a partire ad quella piazzata per ultima dai giocatori (la prima nella pila che si forma…….). Questo è un aspetto del gioco importante; infatti, lo issue che viene piazzato per primo in una zona sarà risolto per ultimo se altri issue vengono piazzati nella stessa zona!! Molti issues hanno usi diversi e i giocatori, per apprezzare al meglio Pericles, dovranno imparare bene tali qualità. La risoluzione dei combattimenti segue apposite tabelle che diventano subito chiare dopo i “primi scontri”; l’esito degli stessi può far guadagnare “onori” al giocatore e quindi punti vittoria.
In definitiva Pericles è un ottimo gioco; rimane una simulazione astratta a livello militare, sullo stile di Churchill e direi anche dei COIN games, ma ottima. Se siete esperti del periodo antica Grecia non potrete non appassionarvi e apprezzare la storicità che si respira con questo titolo.
Gian Carlo Ceccoli
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Links utilihttp://www.gmtgames.com/p-587-pericles-the-peloponnesian-wars-460-400-bc.aspx, il sito della GMT Games https://theplayersaid.com/2017/04/18/preview-pericles-the-peloponnesian-wars-by-gmt-games/ https://theplayersaid.com/2016/10/31/interview-with-mark-herman-designer-of-pericles-the-peloponnesian-wars-460-400-bc-by-gmt-games/, una bella intervista all’autore, Mark Herman |
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IL LIBRO DEL MESE
Fra i tanti testi che è possibile trovare sulla guerra del Peloponneso, alcuni titoli in mio possesso. In particolare:
Pericle. L’inventore della democrazia
Claude Mossé
Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza.” Sono pochi gli uomini che hanno dato il proprio nome a un momento della Storia. Pericle, gigantesca figura consegnata da Plutarco ai posteri come inventore della democrazia ateniese il modello di governo che avrebbe plasmato il mondo occidentale -, è tra questi. Per comprendere come e perché gli siano stati attribuiti un ruolo e un’importanza tanto fuori dall’ordinario, Claude Mossé ricostruisce vita e battaglie di Pericle, ritraendole nel quadro complesso di una giovane città emergente nel momento in cui stava rapidamente raggiungendo l’apice del proprio splendore e della propria potenza.
Sergio Valzania
Sparta e Atene. Il racconto di una guerra
Lo scontro tra Sparta e Atene contiene assonanze e stridori che in modo recondito ma persistente riecheggiano qualcosa del mondo in cui viviamo. Sergio Valzania, storico della guerra, racconta la guerra peloponnesiaca per l’egemonia e le conseguenze che ebbe sullo stile di vita greco.
Il conflitto decisivo per l’egemonia sul mondo greco, che da Tucidide in poi si chiama «la guerra del Peloponneso», costituì il primo laboratorio della scienza storica. Pur tramandando una vicenda del V secolo a.C., lo scontro tra Sparta e Atene proietta assonanze e stridori che in modo recondito ma persistente riecheggiano qualcosa del mondo in cui viviamo. Una guerra prolungata senza un chiaro e circoscritto obiettivo, la cui posta era lo stile di vita greco. Un sistema geopolitico, centro del mondo di allora, che diventa il teatro di un conflitto assoluto tra due protagonisti della stessa forma di civiltà, la quale, da quel momento, inizia la sua decadenza.
Avverte Sergio Valzania che ciò che ne sappiamo potrebbe essere in realtà una sopravvalutazione dei primi storici. Ma quella crisi di una civiltà all’apogeo consegna ai posteri figure da quel momento simboliche: Socrate e l’enigma del suo processo; Alcibiade e la sua vanità; la modernità di Lisandro; il «totalitarismo» dei Trenta tiranni; il complotto della mutilazione delle Erme; l’aliena potenza dei «barbari» persiani. Una galleria di archetipi dell’Occidente tale che la guerra tra Sparta e Atene ogni generazione la deve riraccontare.
«Questo libro è piacevole, cattivante, leggero nel senso latino della levitas, ma al tempo stesso documentato e rigoroso» notava Valerio Massimo Manfredi nella prima edizione del 2006. «Ci sono scritte cose che forse pochi avrebbero la pazienza e la curiosità di cercare nei testi originali, ma la mediazione di Valzania è rispettosa e mai banale anche se comprensibilmente attualizzante. L’autore vuole far capire al pubblico che in quell’antico libro ci sono insegnamenti vitali, ci sono considerazioni sorprendenti: problemi che ci assillano che già allora erano presenti e già allora furono affrontati da uomini come noi, animati dagli stessi sogni, dalle stesse passioni, e purtroppo anche dalla stessa stupidità».