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Sammarinese

Giochi Storici

Ottobre 2014: Fire in the lake, Il Lago in fiamme

Ott 1, 2014

 

 

     
     

 

PROVA SUL CAMPO

Prova sul campo rappresenta “la voce” dei soci A.S.G.S. in merito a vecchie e nuove simulazioni che il mercato dei board-wargames offre. Una serie di pagine dove poter trovare piccole recensioni e/o resoconti di partite sui board-wargames che vengono giocati dal gruppo.  Siamo sempre alla ricerca anche di collaboratori; se volete inviare articoli su giochi che amate e conoscete, contattate l’Amministratore.

Un interessante sito con recensioni: http://www.armchairgeneral.com/category/boardgame-reviews


Da Wikipedia:

 

La guerra del Vietnam (in inglese Vietnam War, in vietnamita Chiến tranh Việt Nam) fu il conflitto combattuto tra il 1960 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista) e il 30 aprile 1975 (caduta di Saigon[7]), prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud, tra le forze insurrezionali filo-comuniste, sorte in opposizione al governo autoritario filo-americano costituito nel Vietnam del Sud, e le forze governative di questo stato, creato nel 1954 dopo la Conferenza di Ginevra, successiva alla cosiddetta guerra d’Indocina contro l’occupazione coloniale francese (1945-1954).

Continua……………..


 

Fire in the lake

GMT Games

by Volko Runke – Mark Herman

  

 

 La serie COIN

La serie di boardgames denominata COIN (counter insurgencies) permette di ricreare la moderna guerra contro insurrezioni capeggiate da guerriglieri; nei futuri titoli sono previste anche guerre dell’anticihità come quell dei Galli contro Roma e Cesare oltre alla guerra di indipendenza americana! Creati dalla fervida mente ludica di Volko Runke, già molto quotato per i suoi precedenti carddriven Wilderness War e Labirynth (GMT), i COIN Games stanno diventando sempre più amati dai giocatori del settore; non propriamente “simulazioni belliche” permettono però di percepire l’aspetto politico e territoriale che contraddistinguono tali scontri. Vedi anche: GMT Website – http://www.gmtgames.com/c-36-coin-series.aspx

Fire in the lake permette di ricreare, con il sistema COIN, la guerra più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti, cioè quella del Vietnam dal 1965 al 1975; la guerra viene simulata attraverso i diversi “approcci” politici, militari ed economici in cui si trovarono coinvolti anche il Nord Vietnam, il Sud Vietnam (ARVN) e i VietCong (in realtà il fronte nazionale di liberazione o FNL), le quattro fazioni in gioco.

Il titolo del gioco trae origine dal volume “Il lago in fiamme” di Frances FitzGerald, vedi sotto. Il titolo si rifà ad un’immagine dell’opera “I Ching”: il fuoco nel lago è la rivoluzione, le cui sottili fiamme ripuliranno le acque della società vietnamita dalla corruzzione e dal disordine della guerra americana. Sarà quello l’unico modo per i sudvietnamiti di riavere per se stessi il loro paese e la loro storia.

Componenti 

Veramente tanto il materiale all’interno della scatola, che si presenta ormai nella dimensione “classica” dei giochi GMT dedicati ai COIN , cioè con alto spessore atto a contenere, appunto, tutti i componenti in maniera perfetta. Bellissima l’immagine di copertina, tratta da una scena del celebre film “Apocalypse now”.

Mappa

Bellissima la mappa, rigida, di dimensioni medie (come quelle di AA, ADP) che raffigura il Sud Vietnam e le zone limitrofe. Molto simile, come concetti legati al regolamento, a quella di Andean Abyss e A Distant Plain. Otto le città, fra le quali Saigon la più importante; ventidue le province con i vari terreni raffigurati (giungla, pianura, montagna); numerose le vie di comunicazione principali che riportano un “valore economico” importante ai fini del gioco. In ogni Provincia e città appaiono anche le caselle per il controllo e il supporto/opposizione della popolazione locale. Immancabile la lunga colonna numerica che permette di registrare i vari punti vittoria, specifici per ogni fazione, e poi le varie tabelle: una per ogni fazione che permette di stoccare i pezzi in gioco, la tabella delle operazioni, ecc.

Un prodotto standard per la GMT, veramente completo.

Pedine/Counters

Un unico set in cartoncino raccoglie i counters necessari per giocare a FITL. Al contrario, la dotazione degli ormai classici pezzi in legno è notevole: 229, suddivisi in vari colori a rappresentare unità US (verdi) , NordVietnamite (rosse), SudVietnamite (gialle/arancio) e Vietcong (azzurre).

Carte

Cuore del gioco, il mazzo di 130 carte. FITL propone 120 carte evento, 6 carte Coup Round (colpi di stato….) e 4 Pivotal Event (eventi centrali, importanti). In questo caso siamo di fronte alle due importanti novità che il gioco propone: i 120 eventi sono ulteriormente suddivisi in carte del 1964, 1965 e 1968 e le carte Pivotal, una ciascuna per le quattro fazioni in gioco, permettono di riprodurre periodi/eventi decisivi della guerra.

I tre periodi della guerra, evidenziati sulle carte, permettono di giocare ognuno degli scenari proposti con la possibilità di creare mazzi di pesca con eventi in “sequenza storica”; una possibilità che credo sarà molto apprezzata dai “cultori” dell’aspetto più realistico di ogni boardwargame.

I quattro eventi “Pivotal” offrono poi ad ogni giocatore la possibilità di ricreare operazioni particolari e decisive; saranno un bel “asso nella manica” per tutte le fazioni!

Tutte le carte, infine, come i precedenti COIN games, possono essere giocate solo da due fazioni; la potenziale sequenza delle stesse è indicata dai simboli in alto sulle carte. 

Tabelle

Ottime e chiarissime come sempre le tabelle che ormai sono un classico della serie COIN: quelle delle Operazioni + Attività Speciali per ognuna delle 4 fazioni e la Sequenza di gioco + la fase descrittiva della procedura Coup card, cioè le carte che causano il conteggio dei punti e verificano le condizioni di vittoria. Il tutto offerto in 4 copie!!! Ci sono poi , sempre in quattro copie, le tabelle per il gioco in solitario.

Gli appassionati del sistema noteranno una grande somiglianza con le operazioni/attività dei titoli precedenti in particolare A Distant Plain, ma attenzione! Tutte le operazioni così come le attività speciali presentano modifiche che determinano un gioco diverso e più “vietnamizzato”………..

Un esempio: in merito all’operazione “Attack” che possono eseguire i Viet Cong e il North Vietnam, è automatico non solo causare perdite al nemico ma anche riceverne!!! Al contrario le forze US possono “legare” operazioni “Sweep” alle attività speciali “Air strike” fino a 6 spazi! In pratica,  anche se denominate in altra maniera sono le celebri operazioni “Cerca e distruggi” che l’esercito US adottò in Vietnam dal 1965 circa.

in generale, comunque, si nota subito la maggior “potenza” per ogni operazione/attività di quasi tutte le fazioni in confronto a quelle possibili nei giochi precedenti del sistema.

Rules Manual + Scenari / Playbook

Il regolamemto sarà familiare ai giocatori appassionati del sistema COIN che si presenta ormai chiarissimo e con molti esempi di gioco.

In generale:

I COIN games non sono cardriven (quali We the people o Labirynth…….) ma giochi “assistiti” da carte; i giocatori non hanno “mani di carte” ma, al contrario, le carte sono giocate dal mazzo una alla volta e con una sequenza dei giocatori stabilita dalle stesse. Il giocatore “attivato” può eseguire Operazioni e/o Attvità Speciali che gli permeteranno di ottenere il controllo di spazi, supporto popolare o risorse. La mappa in genere raffigura province, città e vie di comunicazione e/o linee di trasporto energetico. Ognuna di queste raffigurazioni ha poi valori di popolazione (nel caso di FITL ogni punto/pop equivale a circa 500.000 cittadini) e caselle che vengono utilizzate per segnalare il controllo e/o il supporto/opposizione al Governo. In genere i COIN possono essere giocati da 2/4 giocatori; FITL vede le fazioni US, ARVN (Governo del Vietnam), NVA (Nord Vietnam) e VC (VietCong).

Dopo il set-up specifico per gli scenari proposti e la preparazione del mazzo di carte per la pesca, verrano scoperte le prime 2 carte del mazzo stesso. Su ogni carta, in alto, sono stampati i simboli delle 4 fazioni in gioco; a partire da sinistra verso destra le fazioni si potranno quindi attivare nella sequenza stabilita. La carta giocabile sarà quella a fianco del mazzo; quella scoperta, ma ancora sopra il mazzo, sarà disponibile solo per la visione di eventi/sequenza dei simboli.

Ogni carta potrà essere usata per:

1) eseguire quanto previsto dal testo, cioè l’evento specifico simulato; l’evento presenta, nella maggioranza dei casi, una versione “doppia”, cioè una versione favorevole a qualche fazione e l’altra favorevole ad altre fazioni.

2) eseguire una delle Operazioni (COIN o Insurgent) ed eventualmente anche una relativa Attività Speciale. In questo caso il sistema di gioco “si realizza”, nel senso che l’asimmetria delle operazioni possibili, diverse per ogni fazione, è la caratteristica di tutta la serie creata da Volko Runke. Ogni Operazione ha un determinato costo in punti risorsa, quindi ci saranno fasi del gioco in cui le risorse saranno scarse.

3) passare. In questo modo ogni fazione potrà registare nuove risorse nella misura di 3 per US e ARVN e 1 per VC e NVA. L’azione di passare sarà fondamentale anche per rimanere “eleggibili” nella sequenza del turno, quindi poter partecipare al gioco della carta successiva.

All’interno del mazzo di pesca saranno state posizionate un numero variabile (a seconda dello scenario prescelto) di carte Coup Round; tali carte segnano praticamente fasi precise della guerra (campagne militari…..) e permettono il controllo delle condizioni di vittoria, l’arrivo di nuove risorse per le fazioni, unità, ecc. Novità anche in questo caso: le carte raffigurano determinati leaders storici della RVN e ognuno avrà effetti particolari per la risoluzione della carta stessa.

Le regole del gioco presentano anche una novità in merito alla disponibilità di truppe+guerriglieri come la fazione NVA ha questa caratteristica mentre le fazioni “governative” US e ARVN possono schierare sul campo anche forze irregolari che sono praticamente guerriglieri. Una grande varietà di possibilità che si aprono nel sistema COIN!!

Immancabili le regole specifiche per giocare in solitario, ormai una “versione a parte” dei COIN games! Nel caso di FITL le regole sono più corpose data le maggiori possibilità dio ogni fazione coinvolta.

Il Playbook è massiccio, dato che presenta un Tutorial sia per le partite a 4 giocatori sia per quelle in solitario ed è veramente ben fatto. Ottima anche la tabella con le interazioni fra fazioni che sarà spesso utilizzata! Consiglio vivamente di giocare la situazione “guidata” del tutorial; vi farà capire molti aspetti delle regole che potrebbero sembrare poco chiari.  

La sezione con la “guida”, ormai uno standard per la serie, è fondamentale per approfondire non solo le regole ma l’ambientazione storica correlata alle stesse. Nel caso di FITL vengono evidenziate le differenze dai titoli che lo hanno preceduto, in particolare le Coup card (ex carte Propaganda…) e le Pivotal Event Cards. Ogni fazione ha una propria Pivotal Event card che, se le condizioni sono soddisfatte, può essere giocata. Esse sono: Tet Offensive for the VC, Vietnamization for the ARVN, Easter Offensive for the NVA, and Linebacker II for the US. Tali carte sono “opzionali” in ogni scenario ma io credo di poterle consigliare perchè aggiungono una tensione particolare!

Assente, purtroppo, la sezione denominata ROLE SUMMARIES che nei titoli precedenti era invece pubblicata; tale sezione elenca gli obiettivi e gli strumenti per soddisfare le condizioni di vittoria per le varie fazioni. Una sorta di guida strategica veramente utile e che permette di “penetrare” a fondo nei principi del gioco e nel realismo che offre. Peccato.

E’ possibile giocare su tre scenari: corto, medio e lungo. Inutile aggiungere che lo scenario lungo sarà quelle che permette di apprezzare al meglio il gioco e il periodo storico. Per ogni scenario è possibile utilizzare “la variante storica”, nel senso di comporre i vari mazzi con le specifiche carte datate nell’anno 1964 – 1965 – 1968; credo sia una soluzione molto interessante e sarà apprezzata dai giocatori che ricercano maggior realismo. Ogni scenario lo si può giocare, infine, con 2, 3 e 4 giocatori oltre, naturalmente, alla versione in solitario che permette di prendere le parti di qualunque fazione raffigurata e “giocare contro il sistema”, ormai una caratteristica dei COIN games.

Prime impressioni

Personalmente gioco sempre volentieri i titoli della serie; il mio preferito era A Distant Plain ma credo che Fire in the lake lo supererà!  Ambientazione storica interessante, nuove regole e possibilità di gioco con maggiore aderenza all’aspetto militare, possibilità di gioco in solitario e in gruppo sono caratteristiche che personalmente ritengo indispensabili in qualunque simulazione che acquisto. La GMT ha già pubblicato alcune anteprime di giochi che saranno pubblicati ma devo dire che non sono molto soddisfatto; infatti sono previsti un gioco sulla rivolta dei Galli durante il periodo antico e uno sulla guerra di indipendenza americana! Di certo saranno interessanti ma avrei preferito titoli su ambientazioni contemporanee come in prima battuta erano previste (Angola, Algeria, ecc.); peccato.

foto copia

 Un buon gioco, …………..un buon libro!!!!

I COIN games offrono tanto e sono sicuramente la novità degli ultimi anni nel settore board-wargames. Non sono esenti da difetti, naturalmente, specie agli occhi di un wargamer abituato a muovere pedine su esagoni, eseguire sequenza di gioco complesse e precise, avere fasi di movimento e combattimento “classiche”. Qualche esempio:

1-  Giocando con i COIN si deve “entrare” nei concetti che la simulazione vuole evidenziare dato che le Operazioni e le Attività Speciali che ogni fazione/esercito può effettuare non sempre appaiono chiare nel loro utilizzo. Faccio un esempio che riguarda FITL: le truppe US coinvolte nel conflitto adottarono, a partire dal 1966, le tattiche di “ricerca & distruzione”. In pratica le forze americane sarebbero penetrate nelle zone dominate dal nemico e in seguito, grazie alla loro formidabile potenza di fuoco terrestre e aerea, avrebbero distrutto i reparti nord-vietnamiti e vietcong presenti. A seguito della sconfitta militare, nella stessa zona sarebbero iniziate le operazioni per conseguire la vittoria politica. Bhè, riprodurre tali operazioni è possibile anche con FITL ma è necessario “interpretare” le operazioni/attività speciali a disposizione! Operazioni come Sweep, seguite da attività’ Speciali come Air strike, oppure Assault + Air Lift  simulano gli stessi effetti, ma data anche la scala strategica, a volte si perde il senso di tali operazioni. 

Un altro esempio, tratto dal libro “Il lago in fiamme“, sotto recensito, per evidenziare altre operazioni possibili e storicamente correlate: l’occupazione del villaggio vietnamita di Ich Thien. Dal 1961 il villaggio era stato “affidato” a circa 225 famiglie che in pochi anni riuscirono a sviluppare l’agricoltura e di conseguenza il villaggio stesso. A dirigere il villaggio, per conto del Governo del sud Vietnam, era posto un “capo della zona” che aveva pieni poteri sulle famiglie che lo componevano. Dal 1963 alcuni appartenenti al FNL (VietCong…) iniziarono a recarsi, di notte, nel villaggio per parlare con le famiglie; dopo qualche tempo la loro presenza era quasi quotidiana tanto che gli stessi militari governativi fuggirono intimoriti dai guerriglieri. In pratica nel villaggio di Ich Thien il FNL non ebbe necessità di ricorrere alla violenza per conquistarlo; i suoi quadri si erano fatti amici i contadini spiegando la loro linea politica e stabilendo contatti che i funzionari governativi non si erano mai preoccupati di stabilire. Il problema per VietCong non fù quello di estirpare “altre radici” perchè il Governo non le aveva mai messe……….

Tradotto, nelle regole di FITL: i VC conquistano Province e Città grazie ad operazioni di Terrore, aumentando il valore di “Opposizione attiva”, cioè ottengono il consenso politico della popolazione. La fazione ARVN (governativa) ottiene il controllo COIN di Province o Città grazie al maggior numero di pezzi (sommati a quelli US) rispetto a quelli presenti di NVA e VC, cioè controllando militarmente la zona anche senza consenso politico. Un esempio di realtà storica simulata perfettamente dal gioco!!   

In generale, capire cosa significa effettuare certe operazioni e attività speciali e fare il confronto con quanto storicamente è accaduto non è sempre facile. Questo vale per tutti i COIN games. La soluzione, io credo, è questa:
– leggere testi sul periodo ricreato che non trattano solo dell’ aspetto militare del conflitto, ma anche quello politico;
– non affrontare i COIN pensando di simulare una vera campagna militare;
– conoscere in ogni caso bene la ambientazione storico-politica del gioco.

2- I famosi “blocchetti” che rappresentano guerriglieri, truppe militari e basi sono amati e/o odiati; non sarebbe male pensare a pubblicare classiche pedine in cartoncino, magari con qualche valore specifico stampato…………, ma credo che la GMT percorra anche l’obiettivo di accattivarsi il favore di giocatori più dediti a “eurogames” o simili e i blocchetti sono chiaramente più immediati nell’utilizzo e…….diciamolo, offrono una sorta di effetto tridimensionale di un certo effetto!  

Ad ogni modo, FITL sara’ un must per i COIN-dipendenti, ma credo di poterlo consigliare a tutti coloro interessati nella guerra del Vietnam e/o guerre moderne in genere.

Gian Carlo Ceccoli

Una nota personale: fra i “tanti sogni nel cassetto”, stò progettando un COIN game ambientato in Palestina, nel periodo 19882-90 e che ricrea gli scontri fra palestinesi, Israele e i gruppi Hamas ed Hezbollha. Il progetto è un’evoluzione della serie, con novità quali: carte di evento storico “da giocare in fasi precise”, capacità dei leaders coinvolti specifiche, nuove Operazioni/Attività speciali. Per quest’ultimo aspetto il nuovo COIN “Gallic Wars” sarà di grande spunto.

INTIFADA!(1982-1993), dall’inizio dell’operazione“Pace in Galilea” al ritiro ritiro delle truppe israeliane dal Libano.

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Links utili 

Sono centinaia i siti dove trovare materiale che riguarda la guerra in Vietnam; sotto, alcuni che mi sono sembrati veramente interessanti.

http://talk.consimworld.com/WebX?8@@.1dd8f40d, la discussione su Comsimworld;

http://www.history.com/topics/vietnam-war, le pagine dedicate alla guerra del Vietnam su History.com;

http://www.vietnamwar.net/, decine di articoli e links! 

 


IL LIBRO DEL MESE

 

Libro fuori catalogo da anni ma rintracciabile su siti dedicati, Il Lago in fiamme, da cui il gioco sopra recensito trae il titolo, è ancora un ottimo testo sulla guerra del Vietnam e di certo il “compagno ideale” per Fire in the lake!

Assolutamente da leggere i capitoli: Il Fronte Nazionale di Liberazione e L’offensiva del TET.

 

da: http://www.vietnamwar.net/FrancesFitzGerald.htm 
Frances FitzGerald
 

Frances FitzGerald was not quite 32 years of age when her first book, Fire in the Lake: The Vietnamese and the Americans in Vietnam (1972), was published to immediate and extraordinary praise. Fire in the Lake was hailed for its “stunning clarity” by one reviewer and as “one of the best descriptions and analyses of Vietnam ever published in English” by another. TIME magazine was impressed that she had achieved “so fresh a blend of compassion and intelligence,” and even the conservative National Review, which loathed it, predicted accurately that her book would “become gospel for the anti-war movement.”

The young woman whose career had just taken such a remarkable turn was a journalist with a remarkable family and personal background. Her father, Desmond FitzGerald, was a deputy director of the Central Intelligence Agency (CIA) and an expert on Southeast Asia. Her mother, Mary Endicott Peabody FitzGerald Tree, was a former American ambassador to the United Nations. FitzGerald herself had graduated from Radcliffe College with a BA, magna cum laude, in 1962. Five years later she won the first of many honors, an Overseas Press Club award for best interpretation of foreign affairs. FitzGerald prepared herself for the work to come by visiting Vietnam twice as a free-lance journalist, for a total of 16 months, and by studying Chinese and Vietnamese history and culture under Paul Mus, to whom, as also to the memory of her father, she would dedicate Fire in the Lake. Its publication resulted not only in superb reviews but in a whole series of honors including a Pulitzer Prize for contemporary affairs writing, a National Book Award, and the Bancroft Prize for historical writing—all in 1973. The Vietnam War was still strongly affecting America’s political and cultural life at this time, and a good book on it was bound to win unusual attention. The Bancroft Prize, for example, is normally given to a professional scholar rather than a journalist.

But while the times partly explain her book’s success, FitzGerald had earned it also, not by disclosing new information, but by viewing Vietnam from a different perspective. More than half of her book was devoted to explaining how the National Liberation Front (NLF or the Viet Cong, to most Americans) had adapted itself to Vietnam’s unique culture and traditions. As she explained it, Marxism did not clash with local values. Rather, it was highly compatible with Confucianism, the basis of Vietnam’s way of life, with the Communist party replacing the emperor as the source of wisdom and leadership. FitzGerald greatly admired the NLF. Although she acknowledged that it had committed atrocities and that land “reform” in North Vietnam entailed considerable brutality, she minimized the NLF’s actions. Her book is not even-handed by any means, but for a work of advocacy is reliable.

Nevertheless, Fire in the Lake is a partisan book that aims to show the NLF in the best possible light. Despite admitted shortcomings, the Communists are portrayed as fundamentally decent, faithful, and true lovers of the peasantry and champions of the people. At one point, FitzGerald says that in NLF controlled areas farm production actually rose. This might well have been true in selected cases, but North Vietnam, had crippled agriculture by ruthlessly imposing collective farming upon their unhappy peasants. That this would happen in South Vietnam too when the Communists won was a foregone conclusion.

Critics also resented her argument that because free elections have no place in Vietnamese culture, the absence of them means nothing. People who honor authoritarian regimes have always argued, as FitzGerald did, that voting is not a part of the national heritage in question, or that decisions are arrived at by consensus, making disputed elections unnecessary. FitzGerald pointed out that in South Vietnam the Communists were trying to attract support and respected local sentiments accordingly. What she didn’t say, and perhaps did not believe, was that in North Vietnam, where the Communists were in power, they ignored public opinion. In 1973 the North’s present was the South’s future, a tragedy for both regions.

FitzGerald devoted the other half of her book to the evils of South Vietnam’s various anti-Communist regimes and the folly of America’s support for them. American intervention in South Vietnam was a ghastly mistake, not because the NLF was a band of political saints, but because, owing to the outrageous corruption and incompetence of the ruling elite in Saigon, there was no way to save the country.

FitzGerald’s next book, America Revised: History Textbooks in the Twentieth Century (1979), is a trenchant critique of this debased educational medium, though to some readers it appeared that what FitzGerald objected to most was that textbooks did not give what she saw as the correct version of American history. The contrary objection was raised by her third book, Cities on a Hill: A Journey Through Contemporary American Cultures (1987), which described four different communities ranging from a retirement village in Florida to the followers of Bhagwan Shree Rajneesh in Oregon. Though her intent was to explore the effect of the 1960s on American culture, some critics held that while her book was delightfully descriptive, as analysis it did not seem to go anywhere.

Thus, in the years after Fire in the Lake appeared Fitz-Gerald continued to write, producing books that invariably strike reviewers as well-written and thoughtful. 

 

 


 

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