Associazione

Sammarinese

Giochi Storici

Aprile 2008: Valor of the Guards

Mar 31, 2008

La battaglia di Stalingrado, 1942


di THOMAS MOLTENI da? www.cronologia.it

LA BATTAGLIA DI STALINGRADO

WEHRMACHT E SS ALL’INFERNO SENZA RITORNO

Durante l’ultimo conflitto mondiale, l’esercito nazista raggiunse il suo massimo potenziale distruttivo intorno agli anni 1941-1942, quando, in seguito alla sconfitta e all’annessione della Francia al Reich, la Germania non correva pi? il pericolo di essere accerchiata su due fronti (come avvenne durante la prima guerra mondiale). Fu proprio la caduta del fronte occidentale che spost? l’attenzione di Hitler verso il suo antico “alleato”, l’Unione Sovietica. Il 23 agosto del 1939, infatti, Germania e Urss avevano stipulato un “patto di non belligeranza” e di spartizione del territorio polacco, che aveva per Hitler lo scopo precipuo di poter dedicarsi senza pensieri all’offensiva verso occidente. In realt?, il Mein Kampf, il libro nel quale Hitler aveva esposto i capisaldi della teoria e della pratica naziste, esprimeva gi? apertamente le intenzioni del dittatore in merito alle regioni dell’est europeo ed in particolare dell’Unione Sovietica.

L’occupazione di questi territori era considerata vitale per la creazione di zone adibite a rifornire la “Grande Germania” di granaglie ed altri generi ricavabili dal suolo e dal sottosuolo (il territorio dell’Urss era ed ? ricchissimo di minerali). Anche per quanto riguardava la popolazione il F?rher aveva le idee chiare; le genti dell’est potevano essere usate solo come schiavi della “Grande Germania”, mentre per i commissari bolscevichi il trattamento era diverso.

Ecco quali erano le direttive della Wehrmacht per la lotta in Russia (1941). Riguardo ogni esponente politico locale la truppa deve essere cosciente di quanto segue: 1. In questa lotta ? errato un atteggiamento di indulgenza e di rispetto del diritto internazionale nei confronti di questi elementi. Essi sono pericolosi per la sua sicurezza e per una rapida pacificazione dei territori conquistati. 2. I commissari politici sono promotori di barbari e asiatici metodi di lotta. Bisogna quindi procedere contro di loro immediatamente, e senz’altro con ogni asprezza. Conseguenza essi dovranno essere immediatamente passati per le armi quando fossero catturati in combattimento o in azioni di resistenza.

Anche per i civili che resistevano al Reich, veniva applicata la medesima pena. Il 22 giugno 1941 inizi? la cosiddetta “operazione Barbarossa”: truppe tedesche, appoggiate da truppe finlandesi, romene e ungheresi, per un totale di circa 3 milioni di uomini dotati di 10.000 carri armati e 3.000 aerei, iniziarono l’invasione del territorio sovietico. Unito a questo potenziale enorme il 26 giugno 1942, Mussolini aveva inviato un corpo d’armata (C.S.I.R., Corpo di Spedizione Italiano in Russia, composto da circa 60.000 uomini guidati dal generale Messe) che il 9 luglio 1942 divenne l’ARM.I.R. (Armata italiana in Russia), “forte” di 220.000 uomini al comando del generale Italo Gariboldi (il generale Messe era stato deposto per essersi opposto all’intenzione del duce di inviare altre 6 divisioni in Russia – offeso non fece nemmeno le consegne, se ne ritorn? in Italia), male equipaggiati e male armati, destinati a essere massacrati pi? dal freddo che dal nemico.

Le truppe naziste, che come visto dalle direttive sopra, dovevano considerare la lotta contro il “bolscevico” in termini di lotta di sterminio senza alcuna indulgenza e considerazione delle direttive internazionali, si giovarono enormemente del fattore sorpresa.
Hitler voleva una nuova “guerra lampo” come quella attuata in Polonia nel 1939 e in Francia nel 1940, che potesse spezzare rapidamente la resistenza nemica e occupare l’Ucraina, mentre a sud si doveva raggiungere la zona caucasica ricchissima di petrolio, per poi puntare su Leningrado e Mosca. Lo stesso Hitler, infatti durante una riunione con i suoi comandanti, in proposito dichiar? che se non avesse ottenuto il petrolio di Maikop e Grozny avrebbe dovuto por fine a quella guerra. Gi? alla fine dell’autunno del 1941 i Paesi Baltici, la Bielorussia la Crimea settentrionale e buona parte dell’Ucraina erano state occupate. I successi tedeschi furono enormi e le truppe russe furono costrette ad indietreggiare, facendo terra bruciata dietro di loro.

L’Unione Sovietica ebbe perdite gigantesche sia dal punto di vista militare (l’Armata Rossa ebbe oltre un milione e mezzo di soldati fatti prigionieri) che economico e umano. Il territorio russo caduto in mani tedesche era stato precedentemente spogliato dai Sovietici d’ogni struttura considerata utile per gli impieghi bellici e trasportato lontano dalle prime linee, quindi aveva dovuto subire le distruzioni e i massacri perpetrati dai tedeschi. Nonostante ci?, l’enorme estensione dell’Unione Sovietica diede la possibilit? e il tempo all’esercito russo di riorganizzarsi. Il comandante in capo dell’esercito sovietico era il generale Zukov, che seppe rigenerare le sue truppe inserendo soldati “freschi” (non un grosso problema grazie alle immense risorse demografiche del Paese) e ben equipaggiati, preparando una controffensiva.

Nel dicembre del 1941 dopo aver difeso strenuamente Mosca, Zuckov pass? al contrattacco su Mosca facendo arretrare di 200 km i tedeschi. Hitler era per? impaziente, desiderava quanto prima una vittoria decisiva, spazzando via “l’indebolita” Armata Rossa prima che l’inverno russo cominciasse ad essere un problema. Quindi, la Germania lanci? un offensiva generale in direzione del Don e del Volga meridionali, nella zona caucasica; il fulcro degli scontri si focalizz? su Stalingrado. Il progetto di Hitler era quello di occupare proprio quei territori dell’Unione Sovietica meridionale, che erano ricchissimi di petrolio, e quindi tentare da l? il ricongiungimento con l’esercito giapponese che nel frattempo stava occupando molti territori asiatici, (Malesia, Filippine, Indie olandesi, Hong Kong, Singapore, Birmania) spingendosi massicciamente verso ovest. Il centro decisivo dei combattimenti divenne ben presto la citt? di Stalingrado, in particolare dal luglio 1942 fino al febbraio 1943.

Gi? dall’inizio del 1942 a Stalingrado erano iniziati dei lavori di costruzione di bastioni e fossati difensivi con l’aiuto della popolazione. Lavori ciclopici con oltre 192.000 uomini utilizzati, che costruirono 6.500 fortini e 3.300 trincee coperte. All’inizio dell’estate del 1942 l’evacuazione della citt? non era ancora cominciata, ma gi? il 17 luglio la 6? armata tedesca cominci? l’attacco alla linea del Don (a circa 150 km da Stalingrado), sfondata la quale si avrebbe avuto libero accesso alla citt?. 
La 62? armata russa, con 6 divisioni al completo fu lanciata pi? volte al contrattacco per impedire al nemico di occupare il traghetto sul Don. L’avanzata tedesca venne arrestata. Deciso pi? che mai a raggiungere l’obiettivo Hitler invi? sul posto altri 3 corpi d’armata, il 17? e l’11? di fanteria, pi? la 4? armata corazzata. La 51? armata russa fu costretta ad indietreggiare, ma i tedeschi riuscirono ad avanzare di soli 60 km in un mese. L’ordine del giorno emanato il 28 luglio 1942 dal commissario del popolo per la difesa della citt?, incise fortemente nell’antichissimo amor di patria e nell’orgoglio del popolo sovietico e dei stalingradesi: “?? giunto il momento di cessare la ritirata: non pi? un passo indietro!

Questa deve essere la nostra parola d’ordine. Bisogna combattere tenacemente fino all’ultima goccia di sangue ? aggrapparsi ad ogni zolla di terra sovietica e difenderla sino all’ultima possibilit?”. L’effetto morale di quest’ordine fu eccezionale. A met? agosto l’aviazione cominci? un’ondata incredibile di bombardamenti sul nemico appoggiata da un cannonneggiamento incessante dell’artiglieria, fermando nuovamente l’avanzata tedesca, ormai alle porte di Stalingrado. Sul finire di agosto, il generale Paulus, comandante in capo della 6? armata era riuscito comunque, sfondando il fronte a nord, ad arrivare al Volga tagliando i rifornimenti alla citt? (fondamentali per la difesa), che arrivavano da nord via ferrovia e via fiume. Stalingrado ora era veramente rimasta sola. Le milizie delle fabbriche si mobilitarono, vennero allertate e armate in meno di un’ora: “Molti venivano direttamente dal lavoro e non avevano fatto in tempo a togliersi le tute e a lavarsi le mani e la faccia per togliersi l’olio di macchina”. Cos? come gli operai, anche migliaia di abitanti affluirono nella 62? e 64? armata, circa 59.000 civili, oltre i 50 anni e tra i 14 e 17 anni presero le armi. I tedeschi continuavano a premere e ad avanzare, ma ogni metro di terreno costava loro molto caro: durante i primi dieci giorni di settembre i tedeschi ebbero, agli accessi di Stalingrado, 24.000 morti e perdettero 185 cannoni e 500 carri armati.

Dal 13 settembre i combattimenti dalla periferia della citt? si spostarono all’interno e cominci? una furibonda battaglia strada per strada, una battaglia preceduta dall’evacuazione di oltre 120.000 donne, bambini e anziani. Il 12 settembre Hitler aveva ordinato di prendere la citt? in un sol colpo, cos? Paulus gett? nella mischia le sue migliori divisioni e oltre 500 carri armati ben supportati da continui bombardamenti aerei. Staligrado era quasi presa. I tedeschi erano a 800 metri dal quartier generale del generale Ciukov, nuovo comandante della 62? armata. Lo stesso Ciukov afferm? “il nemico ? pi? forte di noi di almeno quindici-venti volte”; eppure i russi resistevano. Tra il 21 e 23 settembre dopo attacchi furiosi e incessanti i germanici raggiunsero il centro della citt? ma continuarono a trovare una resistenza durissima. Anzi, sul finire di settembre Ciukov lanci? una controffensiva in diversi punti che impegn? i tedeschi e imped? loro di avanzare oltre. Hitler rimaneva convinto della vittoria.

Il 30 settembre affermava: “Noi prenderemo d’assalto Stalingrado e la conquisteremo, su questo potete contare?”. Cos? venne organizzato e lanciato un poderoso attacco al quale presero parte 9 divisioni delle quali 2 corazzate: l’azione inizi? il 14 ottobre alle ore 8.00 su un fronte di 4 km ma port? soltanto allo sfondamento del fronte sinistro, raggiungendo lo stadio della STZ, ma niente di pi?. Le truppe furono bloccate e logorate per settimane e solo l’11-13 novembre riuscirono finalmente a raggiungere il Volga, ma solo in un settore largo 500m. Il 17 novembre 1942 cominci? a nevicare. I russi riuscivano a contrastare la martellane avanzata del nemico grazie ai loro continui attacchi notturni,(cosa che solo raramente facevano i tedeschi) e grazie ad un grande impiego di cecchini. Oltre 400 erano i maestri del tiro: il solo soldato Zaitsev durante la battaglia di Stalingrado uccise da solo 242 nemici. A met? novembre si cominci? ad organizzare la controffensiva sovietica.

Il numero degli uomini aument? di 5 volte, i fronti a sud-ovest del Don ora disponevano di 17.031 cannoni e mortai, pi? di 1140 carri armati e di 1267 aerei. Le truppe concentrate sul fronte nei pressi di Stalingrado rappresentavano il 25 per cento della disponibilit? complessiva sovietica di fanteria e il 60 per cento di unit? corazzate e motorizzate. Il contrattacco comandato dal generale Zukhov fu lanciato il 19 novembre 1942. Scopo della manovra era far in modo che le truppe sovietiche riuscissero a sfondare il fronte a nord e a sud-ovest e ad accerchiare l’armata presente in citt?. La 3? armata rumena, di stanza a nord di Stalingrado cominci? a dare segni di cedimento, soprattutto morale: la neve cadeva abbondante e l’arroganza dei tedeschi cominciava a divenire insopportabile. 
Il generale Paulus non si sentiva minacciato da un accerchiamento, cos? la 6? armata cerc? di rimanere nella parte pi? interna dell’anello, senza per? tentare di sfuggire dalla morsa. L’armata rumena cedette a Kletskaia (i russi fecero oltre 27.000 prigionieri) e due divisioni corazzate sovietiche si gettarono all’assalto della citt? di Kalac a est di Stalingrado per cercare di completare l’accerchiamento dell’armata tedesca. Dal 24 al 30 novembre l’aviazione sovietica effettu? complessivamente nel settore di Stalingrado 5768 missioni, ossia 824 incursioni giornaliere in media, superando di cinque volte le incursioni della Luftwaffe durante lo stesso lasso di tempo.

L’accerchiamento venne ultimato, il generale Paulus era dell’idea che la 6? armata avrebbe dovuto sfondare l’anello con le proprie forze, ma Hitler in un primo tempo tergivers?, poi decise che la 6? armata avrebbe dovuto assumere la difesa a riccio e attendere l’offensiva che l’avrebbe sbloccata dall’esterno. Tuttavia l’atteso ordine che il 25 novembre avrebbe dovuto portare la 6? armata ad aprirsi una breccia tra le fila del nemico non giunse mai. Il generale Paulus non ordin? l’attacco dall’interno, non solo per non contraddire l’ordine di Hitler, ma anche perch? egli stesso non credeva di poter accumulare un numero cos? cospicuo di uomini (che avrebbero dovuto lasciare le loro posizioni di difesa) per aprirsi un varco. In questa situazione i tedeschi organizzarono una controffensiva: i resti della 3? armata rumena, la 4? armata corazzata tedesca e la 4? armata rumena, (chiamato gruppo d’esercito “Don”) al comando del generale Von Manstein, decisero l’assalto per spezzare l’accerchiamento e liberare la 6? armata.

L’attacco inizi? il 12 dicembre e venne tentato nei pressi di Kotelnikovo, a sud-est del Don, ove giunse anche la 6? divisione corazzata tedesca che giungeva dalla Francia. Troppo tempo era stato impiegato da Manstein per preparare la controffensiva, cos? i russi ebbero la possibilit? di rafforzarsi nella zona. L’attacco tedesco fu ben congegnato, ma arriv? solo a 30 km dalle truppe del generale Paulus, grazie alle ingenti truppe sovietiche schierate a difendere l’anello. L’offensiva prosegu? violentissima fino al 20 dicembre, ma gi? il 23 dicembre i tedeschi dovettero mettersi sulla difensiva. Il generale nazista Mellentin, vista fallita l’opportunit? di sfondare il blocco, disse “non ? esagerato affermare che questa battaglia port? alla crisi del Terzo Reich?e fu l’anello decisivo nella catena di avvenimenti che determinarono la sconfitta della Germania”. Durante il mese di dicembre vennero completamente annientate la 3? e la 4? armata rumena oltre alla 8? armata italiana.

La 6? e la 4? armata corazzata tedesca si trovavano ora accerchiate da 7 armate sovietiche e avevano come alternativa la capitolazione o l’annientamento totale. Le due armate tedesche avevano avuto gi? perdite intorno agli 80.000 uomini, quindi rimanevano 250.000 uomini accerchiati, i quali non riuscivano quasi pi? ad ottenere alcun tipo di rifornimento: gli JU-52 aerei da trasporto tedeschi non erano pi? in grado di fornire approvvigionamenti; infatti l’aviazione e la contraerea sovietica solo nel mese di dicembre avevano abbattuto pi? di 700 aerei di questo tipo. Mancava il carburante, fondamentale anche per cercare di riscaldarsi ed inoltre le divise invernali dei tedeschi non erano riuscite a giungere con i rifornimenti. I tedeschi presi dai morsi della fame cominciarono a dare la caccia a gatti, cani, corvi.

Data la situazione tragica delle due armate, l’8 gennaio 1943 il comando russo, propose la capitolazione al nemico, concedendo loro un alimentazione normale e perfino la possibilit? di mantenere le loro uniformi i loro effetti personali e per gli ufficiali superiori il permesso di continuare a portare le armi da taglio. I russi avrebbero atteso la risposta solo fino alle 10 del giorno dopo. Hitler aveva gi? comunicato al generale Hube la sua volont?; egli voleva che le due armate resistessero ad oltranza per impegnare il pi? possibile le truppe tedesche e evitare di cedere la linea ferroviaria Stalingrado-Kotelnikovo, ritenuta un arteria fondamentale.

Alle 8.05 del 10 gennaio l’artiglieria e l’aviazione sovietica cominciarono a bombardare massicciamente il nemico e la fanteria, con l’appoggio dei carri, sferr? un pesante attacco. Cominci? quindi la resa in massa dei soldati e degli ufficiali tedeschi. Tra il 27 e il 29 gennaio 1943 i russi catturarono oltre 15.000 uomini ma i combattimenti continuarono tuttavia per alcuni giorni. Il 31 gennaio alle ore 10 il comandante delle truppe tedesche generale Paulus venne fatto prigioniero e tratt? la resa. Nella terza fase della controffensiva russa (dal 10 gennaio al 2 febbraio 1943) l’esercito germanico perse altre 22 divisioni e oltre 91.000 ufficiali e soldati vennero fatti prigionieri: a conti fatti quindi, durante questa battaglia senza precedenti gli invasori sacrificarono qualcosa come 32 divisioni e 3 brigate, oltre ad avere altre 16 divisioni semi-distrutte. La citt? era ridotta ad un cumulo di macerie, ricolma di mine spolette e bombe inesplose; sparsi per ogni dove vi erano oltre 30.000 cadaveri.

Questo scontro fu uno dei pi? accaniti e tragici della storia: come venne definita da Massimo Salvadori fu “la pi? grande battaglia della storia umana”. Durante tutti i combattimenti stradali non vi fu a Stalingrado alcuna pausa operativa. La lotta si svolgeva senza tregua. Nel periodo che va dal settembre al 20 novembre i tedeschi intrapresero pi? di 700 attacchi. Alla vigilia dell’aggressione contro l’Urss le forze armate tedesche contavano 7.234.000 uomini tra soldati e ufficiali. Gli effettivi terrestri erano 3.800.000, oltre a 1.200.000 uomini della riserva terrestre, 1.680.000 uomini delle forze aeree e 404.000 uomini della marina, cui si devono aggiungere circa 150.000 uomini facenti parte delle SS. Ebbene, la Germania destin? a questo attacco il 70 per cento di tutti gli effettivi di terra a cui vanno sommate 37 divisioni di fanteria fornite dagli Stati alleati, per un totale di 190 divisioni. Lo stesso Hitler ultimato il concentramento di queste truppe lungo il confine sovietico afferm? compiaciuto ” E’ il pi? grande concentramento di truppe di tutta la storia mondiale”.

Le forze armate dell’Asse perdettero nell’attacco all’ Urss 1 milione e mezzo di uomini, 3.500 carri armati, 12.000 cannoni e mortai, 75.000 veicoli e 3.000 aerei, un quantitativo enorme di mezzi e uomini che fu decisivo per la sconfitta della Germania. Il massiccio sbarco degli anglo-americani sulle spiagge della Normandia del 5-6 giugno 1944 con l’enorme impiego di uomini e mezzi (3.000.000 di uomini 1.200 navi da guerra, 6.500 mezzi anfibi, 13.000 aerei) seppur fatto di sorpresa (i tedeschi si aspettavano un attacco nella zona di Calais) avrebbe certamente avuto uno sviluppo differente, se Hitler non avesse spostato gran parte del suo esercito e quello dei suoi alleati ad est. L’intervento anglo-americano, si ebbe solo in seguito alla disfatta della Wehrmacht e soprattutto in seguito all’inarrestabile avanzata dell’Armata rossa. L’esercito sovietico, che con un possente sforzo bellico aveva mobilitato oltre 10 milioni di uomini e un quantitativo enorme di carri armati e aerei, non avrebbe certamente trovato altri ostacoli in Europa.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 
Stalingrado, il fronte russo, di A.M. Samsonov – Editrice Accademia delle scienze dell’URSS
– Pubblicato in Italia da Garzanti, Milano 1960. 
Le guerre del Duce, di D. Mack Smith – Ed. Laterza, Bari 1976. 
La seconda guerra mondiale, di Hillgr?ber – Ed. Rusconi, Milano 1985. 
Dictionary of Battles, di Ian V. Hogg – Ed. Helicon Publishing, Edinburgh 1998.

 

Valor of the Guards

MMP

Annunciato fin dal 1990, dimenticato per anni, ripreso nel 2007 ? finalmente in distribuzione da un mese circa l?attesissimo nuovo modulo storico della MMP sul sistema ASL: Valor of the Guards.
Il modulo ? ambientato a Stalingrado, durante gli aspri combattimenti del Settembre 1942, quando l?esercito tedesco tent? di conquistare la ?citt? bassa?, dalla ?Casa di Pavlov alla Stazione Stalingrad-1. In pratica un sequel del celeberrimo primo modulo storico Red Barricade, pubblicato nel 1990 dalla Avalon Hill.

Contenuto della scatola:
Prima di tutto una nota proprio sulla scatola; essa ? stile Operation Veritable e visto il numeroso materiale contenuto si riveler? presto insufficiente a contenere il tutto. Sarebbe stato meglio pensare ad una scatola tipo BV. La grafica ? comunque intrigante, con una squadra di soldati tedeschi che si difende dall?attacco di un?ondata di soldati russi??.; avete presente una delle prime scene del film ?Il nemico alle porte?, quando truppe appena sbarcate dal Volga venivano inviate all?attacco con una parte dei soldati senza armi?? Quella ? pi? o meno l?immagine???..
Sul retro le classiche informazioni generali sul gioco.

2 mappe, assolutamente belle. La grafica richiama in gran parte quella di RB, ma ?spariscono?? i grandi edifici delle fabbriche per lasciar spazio a una zona densamente urbanizzata ma caratterizzata da edifici ?classici? delle mappe standard geomorfiche. Le due mappe di VotG sono leggermente pi? grandi di quelle di RD e hanno esagoni leggermente pi? piccoli; in pratica una porzione di Stalingrado pi? grande rispetto all?illustre predecessore. Diverse anche le piazze, tutte con il nome storico, presente anche su diverse strade; una chicca a livello di ricerca storica. Altra caratteristica la lunga linea ferroviaria che taglia entrambe le mappe (Stazione ? 1) e la ferrovia che a sua volta percorre le due mappe ma lungo la riva del fiume Volga. Qui, sul fiume, appaiono anche i pontili di sbarco (come gi? detto??ricordate le scene iniziali del film ?Il nemico alle porte??). Lungo le ferrovie si trovano poi diversi treni pi? o meno distrutti, soggetti a regole sui terreni.? Ovunque, terreni tipici di RB, quali Debris, rovine, e le immancabili e numerosissime buche da bombardamento che rendono le mappe simili ad una vera gruviera! In definitiva due mappe storiche assolutamente eccezionali per gli amanti del sistema; un vero ?must?!

5 set di pedine/counters; anche in questo caso assolutamente belle, standard, ma belle. I 5? set sono una vera manna per gli appassionati; i markers sono di vario genere fra cui i perimetri (giochi campagna), cellars, roof, rovine, ecc. Le unit? sono tantissime, specie russe. Molto belle le unit? 6-2-8 con tanto di simbolo falce/martello, oltre alle unit? russe e tedesche del Genio con annesso il simbolo delle cariche esplosive. Numerosi i Leaders di entrambe le parti, che vedono anche un? Commissario 8+1 per i russi e??.Von Paulus (6+1) per i tedeschi!

2 tabelle per i rinforzi, le riserve, i leaders feriti, ecc. per entrambe le fazioni;

1 cartina B/N della mappa;

1 set di regole Speciali; 38 pagine per le varie nuove SSR, Capitolo V, e le Campagne, ben 4. Tutta una serie di regole speciali che riguardano le unit?, le armi, i rinforzi, ecc. sempre riferite al CG. Una vera miniera di informazioni generali sulla battaglia simulata. Sono presenti anche diverse delle SSR di RB, le prime 6 pagine del Capitolo O, forse inserite perch? il gioco ? fuori produzione da anni e alcuni dei terreni descritti sono presenti anche nel nuovo VotG. Una scelta strana, perch? bastava integrare tali regole fra quelle del nuovo modulo; forse una maniera di confermare, se non fosse chiaro, il ?legame? con il celebre predecessore??..

9 fogli cartonati con gli immancabili scenari; presentazione ?classica? per quello che ? il cuore del gioco, dopotutto, cio? i singoli scenari che saranno probabilmente fra i pi? giocati del modulo, dato che le Campagne prevedono sempre tempi lunghissimi di svolgimento. VotG offre ben 17 scenari, una vera manna per gli appassionati del sistema e in particolare per coloro che amano il fronte russo. 
Devo dire che ero molto, molto curioso di vedere gli scenari del modulo specie a seguito della mia recente ed attuale esperienza sulla progettazione di un modulo storico che ho anche io presentato alla MMP, Operation Olive (le battaglie sulla Linea Gotica nel 1944, fra Rimini e San Marino). 
Bh?, alcuni amici/giocatori mi avevano fatto notare che i miei scenari erano ?pesanti?, ?grossi? mentre la tendenza attuale fra i progettisti/editori sul sistema ASL era di avere scenari piccoli, quasi stile ?torneo?. Credo che tale ?tendenza? non sia assolutamente stata prevista in VotG!!!!
Gli scenari, infatti, sono quasi tutti ?tosti?; si svolgono si in piccole porzioni delle 2 mappe, ma presentano parecchie unit?, SSR, durata che v? da un minimo di 5 fino a 19 (!!) turni di gioco! Lo scenario VotG1, per esempio, prevede 100 (!!!) unit? russe?????..
OBA in 4 scenari, Supporto Aereo in 6, Regole Notturne in 3, Boats in 3. Niente male????
Non ho avuto la possibilit?, ancora, di giocarne qualcuno, ma leggo su qualche forum? pareri molto positivi.

A proposito degli scenari, segnalo anche che ancora prima che fosse pubblicato VotG, nel n. 23 della rivista Dispatches from the Bunker, ne sono stati pubblicati altri 3 che usano le mappe del gioco, ad opera degli stessi playtesters che hanno seguito lo sviluppo del modulo.

Conclusioni:
Su un qualche forum dedicato al sistema lessi, tempo fa questa frase: Advanced Squad Leader f? progettato con Red Barricades in mente; tutti gli altri moduli sono giusto ?una cromatura?.
Bh?, ? chiaramente una visione estrema riguardo ad un sistema di gioco che ha nel carniere oltre 10 moduli dedicati alle varie nazioni, 7 moduli storici ufficiali, oltre 4000 scenari registrati e decine di altri moduli storici pubblicati da ditte quali Critical Hit o Heat of Battle; in ogni caso RB rimane ancora oggi uno dei titoli pi? amati e giocati dagli appassionati di ASL, forse in parte legato all?utilizzo di una mappa storica ma soprattutto, io credo, perch? tratta nel dettaglio alcuni aspetti di una delle battaglie decisive del conflitto, cio? Stalingrado.
Con VotG questi aspetti, mappe storiche e Stalingrado, sono ulteriormente sviluppati, approfonditi e dettagliati sia grazie ai 17 scenari (20, con i 3 di DftB?.) sia dalle 4 Campagne, quindi ci si pu? solo aspettare una montagna di riferimenti, recensioni, e partite su partite su questo titolo!

Un?ultima nota riguardo il costo del gioco, ? 45; assolutamente buono per la quantit?/qualit? dei materiali!!!! 

 

SCHEDA TECNICA

Marca o Produttore: MMP

Autore: Tom Morin
Tipo di gioco: Board-wargame
Giocatori: 2/4
Durata media: 4/10 ? ore
Espansioni: no
Ambientazione: Stalingrado, WWII

Costo: ? 45

Valutazione: Images: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpgImages: 05P0825.jpg

 

 

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