Associazione

Sammarinese

Giochi Storici

Agosto 2024: Norman Conquests

Lug 31, 2024

PROVA SUL CAMPO

Prova sul campo rappresenta “la voce” dei soci A.S.G.S. in merito a vecchie e nuove simulazioni che il mercato dei board-wargames offre. Una serie di pagine dove poter trovare piccole recensioni e/o resoconti di partite sui board-wargames che vengono giocati dal gruppo. Siamo sempre alla ricerca anche di collaboratori; se volete inviare articoli su giochi che amate e conoscete, contattate l’Amministratore. A partire dal gennaio 2018 si pubblicheranno 2 tipi di recensione sul Mensile: PLAYTEST EFFETTIVO e POTENZIALE DINAMICO.

Il PE è una recensione basata su partite giocate; sarà quindi approfondita e potrà avvalersi di valutazioni anche da parte di altri giocatori/collaboratori.

Il PD è una recensione basata sulla “percezione del potenziale dinamico” del gioco. Piazzamento di mappe e pedine, verifica dell’ambientazione e ricostruzione storica, lettura delle regole; in pratica si “legge il gioco” invece che giocarlo. E’ l’approccio tipico del collezionista di board-wargame…

PLAYTEST EFFETTIVO

Da Wikipedia:

La conquista normanna dell’Italia meridionale avvenne tra l’XI secolo e il XII secolo ad opera dei Normanni che sconfissero i Bizantini, i Longobardi e gli Arabi, completandola nel 1130 quando tutti i territori dell’Italia meridionale furono unificati da Ruggero II nel regno di Sicilia.

Continua……….

Norman Conquests – GMT Games

https://www.gmtgames.com/p-977-norman-conquests-men-of-iron-volume-v.aspx

La scatola

Dimensioni standard GMT, molto bella la copertina.

Mappe

Tre le mappe, di cui due fronte/retro, molto belle, con esagoni grandi.

Pedine, counters

Tre i sheets di pedine e markers, anche in questo caso con unità grandi, ottime per giocare

Tabelle

Tre le tabelle, fra cui due quelle dedicate ai movimenti, terreni, combattimenti, ecc. e la terza utilizzata come registrazione dei turni/morale degli eserciti.

Dadi

2 D10

Regolamento

Un classico libretto, direi ben scritto; attenzione, vedi note sotto.

Scenario book

Altrettanto bello il libretto degli scenari ed esempi di gioco.

Impressioni di gioco

In sede ASGS, www.asgs.sm, sono riuscito a giocare con gli amici/avversari n. 3 battaglie: Civitate, Hastings e Lewes. Forse la meno interessante (sbilanciata….) è Civitate, mentre entrambe belle le restanti. Chi ha giocato Men of Iron, specie il “Tripack”, non avrà nessuna difficoltà ad affrontare, piazzare e giocare NC; per i neofiti del sistema posso tranquillamente affermare che trattasi di una serie interessante, quasi un “entry level”, adatto a tutti. Se il medioevo è un periodo che piace, direi un acquisto dovuto, perché oggi, sul mercato, non è che si trovi poi tanto sull’argomento e con questa scala di gioco.

Ogni partita si svolge seguendo una classica sequenza di turno ma non ci sono turni prestabiliti che determinano la durata di una partita. Partita che termina invece quando una delle fazioni in gioco raggiunge un livello di “rotta” a seguito delle perdite subite sul campo. Ogni partita stabilisce chi è il giocatore con l’iniziativa, cioè quello che può eseguire un’attivazione delle cosiddette “Battle”, cioè delle singole formazioni che ogni esercito possiede, comandate d uno specifico leader. L’attivazione consente di muovere, utilizzare unità con armi da lancio, eseguire attacchi corpo a corpo che a loro volta possono essere “semplici” shock oppure cariche di cavalleria. Ecco, forse le regole sulle cariche ed eventuali contro cariche rappresentano la parte più ostica del regolamento, ma sempre poi facili da studiare ed applicare. I combattimenti sono risolti con apposita tabella che tiene conto delle armi impiegate e di chi si trovano di fronte, dello status del difensore (ottimale, disordinato), del movimento eseguito, e se l’attacco è eseguito da fianco/retro o entrambi i casi. I risultati possono essere ritirate, disordine, eliminazione, ecc. A seguire possono verificarsi inseguimenti e i devastanti “attacchi continuati”, cioè a simulare la fuga del difensore e la foga degli inseguitori che possono eseguire altri attacchi.

I Leaders sono importanti, perché solo grazie al loro valore di attivazione permettono “la continuazione” per un giocatore; in pratica si può attivare liberamente una Formazione, poi concluso movimento e combattimenti, si può tentare di attivare una Formazione diversa con un D10 uguale o inferiore al valore del leader citato. Se si ottiene un tiro di successo sia potrà poi tentare, dopo la seconda attivazione, ancora “la continuazione”, ma con peggiorativi, e così via.

A creare maggiore caos, ad inizio partita ogni giocatore ottiene, come da scenario, alcuni chits che possono permettere “di rubare il turno” all’avversario oppure recuperare unità disordinate, ecc.

Un marker altrettanto importante è quello dello “Stendardo”, che può essere per ogni Formazione o Armata; in pratica un luogo dove unità che subiscono risultati da combattimento “Retaired” devono essere posizionati adiacenti allo stendardo e un giocatore potrà/dovrà spendere un’attivazione che permetterà allo Stendardo di recuperarle.

Lo ripeto, un sistema non complesso, perlomeno per chi ha già esperienze di board wargame, ma che offre divertimento e sufficiente storicità, a mio avviso.

Per la cronaca, i Normanni hanno vinto sia a Civitate che ad Hastings, evidenziando la superiorità della loro cavalleria. Lewes ha visto prevalere i Realisti, anche se i Baroni erano previsti come in vantaggio.

Alla fine, Richard Berg, autore del sistema, oramai non più con noi……., ha creato un “derivato” semplice del mitico sistema Great Battle of History, ambientato nel medioevo (e Rinascimento, con Arquebuse) assolutamente piacevole; il lavoro di ricerca e progettazione di Ralph Shelton rende onore al lavoro originale. Se vogliamo trovare un difetto direi che spesso regole semplici non sempre coprono tutte le situazioni di gioco che possono originarsi; NC non fà eccezione e qualche volta ci siamo trovati in difficoltà nel capire/chiarire alcuni aspetti.

Quindi, consigliato, per serate non impegnative.

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LIBRO DEL MESE

 

Prima e durante la conquista dell’Inghilterra da parte del duca Guglielmo, molti nobili normanni altrettanto ambiziosi e bellicosi (in particolare quelli provenienti dalle famiglie Drengot, Altavilla e Guiscard) decisero di lasciare la Normandia. Molti di loro dapprima si dedicarono al reclutamento dei mercenari guidati dai comandanti lombardi e, successivamente, si impegnarono nelle guerre contro l’Impero bizantino nel Sud Italia, riuscendo a collezionare grandi vittorie e ricchezze. Appropriandosi di ricchi appezzamenti, misero in atto un sistema militare-feudale che durò per ben duecento anni. La notizia degli ingenti bottini accumulati nel Sud Italia giunse fino in Normandia, tanto che molti altri signori – generalmente i figli minori destinati a rimanere senza terra – scelsero opportunisticamente di partire. Questi nobili normanni puntarono ostinatamente al potere locale, prima in Puglia, poi dall’altra parte dell’Adriatico, in Albania, e, per finire, in Sicilia, sotto la dominazione islamica, dopo aver sconfitto in questo percorso gli eserciti dell’Impero bizantino, del Sacro Romano Impero e dei governanti islamici. Infine, nel 1130, Ruggero II di Sicilia fondò un unico regno, tra Sicilia e Sud Italia, che durò fino alla morte di Tancredi di Lecce nel 1194 – tuttavia, l’eredità del regno si protrasse anche dopo la conclusione del governo normanno. Il volume, splendidamente illustrato, analizza non solo le doti e le caratteristiche degli eserciti normanni, ma anche quelle dei loro avversari, avvalendosi di meravigliose tavole a colori e delle migliori fonti degli esperti, ricche di particolari affascinanti sulla storia di questi combattenti.

 

Nel dicembre del 1212, il giovane Federico II, nipote del leggendario imperatore Federico Barbarossa, uscì dal duomo di Magonza nelle vesti di sovrano di Germania. Il ragazzo, però, non era tedesco. Il puer Apuliae era un normanno italiano, e come monarca normanno si apprestava a governare sulla Sicilia e il Sud Italia. Con lui, il potere e l’influenza degli «uomini del Nord» avrebbero raggiunto il loro apice sul continente europeo.

Discendenti dei predoni vichinghi, che con le loro scorribande all’inizio del X secolo avevano gettato le basi del futuro ducato di Normandia, i normanni estesero il loro dominio dalla Francia settentrionale all’Inghilterra, dall’Irlanda al Mediterraneo, dalla Penisola iberica all’Anatolia bizantina. Sotto gli stendardi di condottieri feroci e ambiziosi, essi costruirono chiese e castelli, fondarono dinastie e regni vigorosi, ridisegnando ovunque le mappe del potere. Allo stesso tempo, nel corso della diaspora si integrarono rapidamente con le popolazioni locali sconfitte e sottomesse, mescolandosi al tessuto della società, adottando la lingua e la cultura delle élite, mettendo radici. Onnipresenti ed elusivi, introdussero princìpi e valori che nel corso dei secoli plasmarono il volto dell’Europa: gli ideali cavallereschi, l’architettura romanica, il cattolicesimo e la vicinanza al pontefice di Roma, come pure un nuovo atteggiamento nei confronti della legge e della giustizia.

Eppure, dopo trecento anni di vittorie e successi travolgenti, i normanni all’improvviso scomparvero, vittime probabilmente di un’identità fluida e camaleontica, di una mancanza di unità che impedì loro di sopravvivere al mondo che essi stessi avevano forgiato. Esemplare della turbolenta e tortuosa storia medievale, il racconto dell’ascesa e del declino normanno è un avvincente susseguirsi di fortune conquistate e perse, che lo storico britannico Levi Roach ripercorre in queste pagine ricostruendone al contempo la straordinaria, e spesso dimenticata, eredità. Perché «il mondo moderno sarebbe irriconoscibile, se i normanni non avessero lasciato la loro impronta».

 

 

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